LECCE (di Gabriele De Blasi) – Per chi segue il pallone, è quasi ovvio, scontato e necessario tenere alla squadra della propria città, del posto dove si è nati e cresciuti… Per altri, magari, diventa facile, persino conveniente tenere alla squadra che vince sempre, che ha più soldi, che compra i più forti… In prima elementare, fine anni Sessanta, cominciai, invece, ad amare una squadra per colpa di una figurina Panini… Quella figurina, finita non so come nelle mie mani, era quella di un capellone in maglia rossonera… Molti anni dopo, avrei letto che Nereo Rocco, incontrandolo al primo allenamento, avrebbe commentato: “Avevo chiesto un centravanti, mi hanno comprato un cantante!” Era Pierino Prati, faccia simpatica, scanzonata e strafottente… Sulla maglia, i colori più belli del mondo!
A sei anni non potevo immaginare che quella figurina mi avrebbe compromesso e condizionato gli oltre cinquant’anni successivi della mia vita… Mi avrebbe fatto vivere scudetti e coppe, delusioni e lacrime, vittorie esaltanti… Avrebbe riempito i pensieri di chi si ostina a restare bambino, almeno per novanta minuti, anche adesso che i sessant’anni sono lì, dietro l’angolo…
Pierino Prati è il mio calcio, quello della radiolina, quando immagini che i tuoi undici ragazzi vestiti di rossonero siano invincibili… E vorresti essere come loro… Pierino Prati è l’orgoglio di un eroe vero, che esiste, e calcia il pallone sui campi di tutto il mondo… Pierino Prati è l’invidia dei compagni di scuola, perché il mio eroe è il più forte e il più bello… E, poi, io so tutto di lui, perché ci vivo accanto, compagno di un’infanzia che immagino infinita!…
Son tornato piccolo, ad un passo dal mio eroe. Penna in mano, cuore che batte forte, un autografo sulla figurina preferita. “Gli eroi son tutti giovani e belli…” Il mio, poi, lo è più di tutti! Tre gol in una finale di Coppa Campioni non li farà più nessuno, per l’eternità! L’abbraccio, le foto. Poi, magari, anche l’intervista. L’emozione, però, è tutta mia! Pierino Prati è un pezzo – importante – della mia vita perché è, comunque, bello per un paio d’ore a settimana divertirti a soffrire per un pallone che rotola. Chi non lo comprende non ha avuto mai tra le mani una figurina… A me, oltre cinquant’anni fa, capitò la più bella…















