LECCE (di Pierpaolo Sergio) – La sconfitta di Palermo è stata in qualche modo assorbita pur tra qualche mugugno della piazza e una buona dose di rassegnazione. Ora per il Lecce è tempo di voltare pagina e concentrarsi sul rush finale di una stagione che vede i giallorossi chiamati a confermarsi quali la vera sorpresa del campionato di Serie B.
Il rammarico seguito al KO del “Barbera” per la concomitanza dei risultati delle altre dirette concorrenti nella lotta per la promozione in Serie A non cambia le prospettive della formazione giallorossa che ha un inatteso alleato nel calendario.
Delle 11 giornate che mancano alla fine della regular season, ben 7 saranno giocate da capitan Mancosu e compagni al “Via del Mare“. Un piccolo, grande vantaggio che la banda-Liverani potrà sfruttare per recuperare il terreno perso nelle ultime settimane, dopo le sconfitte con Cittadella e Palermo. Il Lecce giocherà davanti al pubblico amico gli scontri diretti con Pescara e Brescia, oltre alle sfide contro Foggia, Cosenza, Ascoli, Carpi e Spezia.
Le possibilità di centrare il salto diretto in massima serie ci sono ancora tutte. Nonostante le situazioni avverse che la squadra salentina sta registrando da un po’, il sogno di centrare l’obiettivo (inimmaginabile ad inizio di stagione) è ancora lì a portata di mano.
Le note liete sono rappresentate dagli ormai prossimi rientri di Petriccione, Bovo, Palombi e, soprattutto, di Manuel Scavone che, al netto di imponderabili difficoltà, riconsegneranno a mister Fabio Liverani una rosa più ampia e competitiva, che possa affrontare la fase calda del campionato con rinnovata energia e necessaria lucidità e attenzione.
Ovvio che le “alchimie tattiche” che il tecnico sta sperimentando necessitino di rapida soluzione. Bisogna capire su chi puntare e come schierare la migliore formazione possibile. Ritrovando la propria identità e recuperando tutti gli elementi, ci si potrà concentrare sul fattore-campo da sfruttare per tentare di centrare al primo colpo un risultato clamoroso che la società immaginava di raggiungere, secondo la propria programmazione, in un paio d’anni.