LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Sfuma dagli 11 metri il sogno del Lecce di mettere lo sgambetto al Napoli del mai amato Antonio Conte. L’errore dal dischetto di Camarda sullo 0-0 segna lo spartiacque di un match in cui i giallorossi non hanno sfigurato ma che finiscono comunque col perdere per le solite dormite difensive sulle palle inattive. Bene la grinta di alcuni interpreti, meno invece l’apporto dei subentrati, eccezion fatta per un Maleh in gran spolvero.
FALCONE voto: 5
Olivera lo spaventa al 35° con un rasoterra che gli passa tra le gambe e che riesce appena a deviare permettendo ai compagni di difesa di spazzare la minaccia quasi sulla linea. Poco prima, sempre dalla sinistra un’altra incursione dell’esterno Lang lo aveva messo in imbarazzo con un’uscita in tentativo di presa bassa in cui non aveva trovato la sfera poi calciata via dalla retroguardia. Nel secondo tempo ha subito un’indecisione allontanando di testa un pallone filtrante con Lucca. Il gol lo becca invece all’ora di gioco su solita inzuccata di un avversario lasciato libero di colpire nel cuore dell’area.
DANILO VEIGA voto: 6
Grandi duelli a tutta fascia per l’esterno portoghese che se la deve vedere con clienti scomodi pronti a premere sull’acceleratore per metterlo in difficoltà. Pur con qualche affanno, tiene botta e risponde colpo su colpo spingendosi in avanti a più riprese. Ci mette buona volontà e dà il suo apporto.
TIAGO GABRIEL voto: 6
Carattere da vendere e tanta grinta nonostante qualche sbavatura che gli si può concedere. Mette la museruola a Lucca in collaborazione con Gaspar. Ci prova anche in area avversaria sulle palle inattive ma non è fortunato.
GASPAR voto: 6
Bene per larghi tratti del match. In avvio di ripresa è determinante a salvare la sua porta su tiro di Lucca che aveva tentato di sfruttare un rinvio errato di Falcone. Si fa rispettare nei duelli aerei e si conquista il rigore su colpo di testa deviato di mano da Juan Jesus anche se sul gol di Anguissa resta immobile al pari di tanti compagni.
GALLO voto: 5
Come lo scorso anno, soffre la velocità ed imprevedibilità di Politano che lo manda spesso fuori giri. Il Napoli però sfrutta poco quella corsia e, quando occorre, si avvale della collaborazione di Banda che nel primo tempo si sacrifica nei raddoppi di marcatura per aiutarlo. Questo si rivela determinante alla mezz’ora quando lo zambiano sventa una discesa in piena area dell’attaccante ospite che blocca al momento del tiro dopo aver seminato il terzino leccese. Prova a spingere in avanti ma le idee sono troppo confusionarie ed anche nel finale non è lucido nel mandare la sfera nella metà campo avversaria.
RAMADANI voto: 6
Grande corsa. Macina chilometri su chilometri ma spesso gira a vuoto lungo la linea mediana del campo. I palleggiatori del Napoli fanno valere il proprio superiore tasso tecnico e giocando di prima mettono in imbarazzo i salentini. In particolare, proprio a centrocampo il Lecce soffre le verticalizzazioni partenopee concedendo inserimenti lungo le fasce che almeno alla fine non creano sconquassi.
COULIBALY voto: 5,5
Smaltito l’attacco influenzale che gli ha fatto saltare la trasferta di Udine, si riprende una maglia da titolare nel centrocampo giallorosso. Comincia col solito compito di andare ad inserirsi in area avversaria ma col passare dei minut deve arretrare il proprio raggio d’azione a tentare di contenere la fisicità di Anguissa. Al contempo, il suo ruolo passa a Berisha. Viene avvicendato perché ancora non è al top della condizione e non garantisce il solito apporto.
→ (dal 75′) PIERRET voto: 5,5
Tanta foga ma scarsa lucidità quando invece servirebbe tanto ragionare e far girare velocemente palla.
BERISHA voto: 6
Capita a lui la prima palla potenzialmente pericolosa dell’incontro quando al 25° calcia dal limite ma strozza la conclusione che termina fuori bersaglio. Le azioni manovrate dei padroni di casa passano sempre da suoi piedi anche se la fluidità de giro palla leccese lascia a desiderare ed il Napoli si dispone tranquillamente a controllare le folate giallorosse. Inizialmente piazzato sul massiccio Anguissa, attorno alla mezz’ora viene dirottato a fare da guastatore in avanti al posto di Coulibaly che assicura maggior copertura sul centrocampista partenopeo. Esce quando servono maggiori energie in mezzo al campo.
→ (dal 75′) MALEH voto: 6,5
Altra apparizione convincente. Nello spicchio di gara che gli viene concesso si mette in evidenza per caparbietà, voglia di non rassegnarsi ad una sconfitta immeritata e per grinta che tenta di trasmettere agli altri giallorossi sia pure con scarsi risultati. Giocatori simili confermano quanto bisogno abbia questo gruppo di elementi con una discreta tecnica e carattere.
BANDA voto: 6
Ottiene la chance di giocare subito nell’11 titolare, il che non si registrava da tempo. Il suo primo tempo è caparbio e di sacrificio, ripiegando più volte a dare una mano a Gallo che se la deve vedere con lo sgusciante Politano. Prezioso alla mezz’ora quando smorza sul più bello un’incursione dell’esterno di Antonio Conte che stoppa al momento della conclusione in porta dopo aver superato Gallo. Disputa una prestazione finalmente convincente e resta in campo fino al 65° quando Di Francesco lo toglie dalla contesa perché stanco.
→ (dal 65′) N’DRI voto: 5
Da un suo presunto fallo scaturisce la punizione da cui il Napoli trova poi il vantaggio di Anguissa. Per il resto, un colpo di testa abbozzato e schiacciato quasi sui suoi piedi, tanti dribbling e relativi retropassaggi insulsi fino alla fine.
CAMARDA voto: 5
Alla fine stavolta il ballottaggio con Stulic per iniziare titolare lo vince lui. Girovaga lungo la linea d’attacco giallorossa in eterna attesa di un pallone da provare a sfruttare ma il solito leit motiv vuole la squadra di casa anemica in fatto di assist e capacità penetrativa. Ha una sola occasione nei primi 45 minuti, quando allo scadere riceve da Banda, stoppa a tira a fil di traversa ma Collu gli fischia un precedente fallo di mano. Anche lui appare troppo leggerino nei contrasti con i rocciosi difensori centrali napoletani e deve sudarsi la maglia per farsi notare. Lo spartiacque della sua gara è il calcio d rigore che si incarica di battere in avvio di ripresa per un fallo di mano sanzionato solo dopo un’infinito on field review. Gilmour lo innervosisce e dal dischetto calcia lento e centrale permettendo a Milinkovic Savic di confermarsi para-rigori. Resta in campo ma sotto pressione per altri minuti e poi viene sostituito ed esce comunque tra gli applausi del suo pubblico.
→ (dal 65′) STULIC voto: 4,5
Il suo approccio è pessimo. Non vince un contrasto, perde i pochi palloni che gli arrivano e palesa un atteggiamento svogliato ed indolente che finisce col penalizzare non solo lui ma tutta la squadra. Presuntuoso e incompiuto. Per l’ennesima volta.
PIEROTTI voto: 5,5
Il solo ad essere confermato in avanti rispetto alla formazione vista ad Udine. Gioca però con il freno a mano tirato non trovando mai lo spunto vincente per entrare in area o tentare la battuta a rete. Si limita a garantire copertura alle retrovie e supportare Veiga sulle discese di Olivera e Lang da quel versante. La sua presenza sul rettangolo verde si chiude all’intervallo quando resta negli spogliatoi.
→ (dal 46′) TETE MORENTE voto: 4,5
Anche lui entra molto male nel match e non si accende mai. Palla al piede è lento e lezioso sprecando le già rare occasioni che capitano. Zero intesa negli ultimi venti metri con Gallo e tanti palloni sprecati che gridano vendetta.
All. DI FRANCESCO voto: 5,5
La lezione della scorsa partita sembra essere stata appresa. Schiera inizialmente un Lecce più razionale e quadrato, anche se le differenze di qualità anche con le seconde linee napoletane restano abissali. La squadra è corta e attenta ma manca di cattiveria agonistica quando si tratta di attaccare, saltare l’uomo e cercare di arrivare dalle parte di un Milinkovic Savic spettatore non pagante nel corso di tutto l’incontro, rigore escluso. Il materiale a sua disposizione è quello che è, si giocava dopo appena tre giorni e di giustificazioni potrebbero trovarsene tante altre. Tuttavia le scelte sui cambi hanno finito col penalizzare la sua squadra, eccezion fatta per un Maleh a cui urge dare maggior minutaggio perché si è dimostrato il solo in grado di dare un cambio di passo a tutto il gruppo. Qualche altra pedin sarebbe meglio restasse in panca a smaltire smanie e insofferenze varie.















