LECCE – Spazio alle voci di tantissimi ex Lecce per parlare del ritorno di mister Eusebio Di Francesco sulla panchina salentina in questi giorni: questa volta a discuterne è stato Christian Obodo, centrocampista nigeriano 42enne che ha vestito la maglia giallorossa nella stagione 2011/2012 arrivante dal prestito dell’Udinese. Ancora in attività coi friulani del Calcio Teor, il classe ’84 ieri ha ricordato in un’intervista a Distinti Sud Est, programma di Radio Orizzonti Activity, la breve e tortuosa gestione Di Fra di 14 anni fa, aprendo una parentesi riguardante quel clamoroso Lecce-Milan 3-4.
Obodo ha parlato così della sua esperienza in Salento ed i suoi incroci con il tecnico pescarese, anche quando era calciatore ai tempi del Perugia, affermando: “Ringrazio sempre le persone che mi hanno dato la possibilità di star bene in Italia, Serse Cosmi è uno di questi perché mi ha dato la possibilità di esordire a Perugia a sedici anni e non è facile scegliere per una responsabilità così importante un ragazzo che arriva da fuori a quell’età lì. Poi è sempre importante avere sempre giocatori esperti come Di Francesco, quando è arrivato mi ha fatto molto piacere e mi ha dato anche una grande mano di crescita. È sempre un piacere giocare con le persone che vogliono aiutare i giovani, come ha fatto Di Francesco quando è arrivato a Perugia. Lecce è una bella piazza, è nel mio cuore ed è difficile dimenticarla, all’inizio son stato bene e ovunque io sia andato, ho detto sempre che a Lecce si sta da Dio, perché l’ambiente, il pubblico, la città sono meravigliosi. Eusebio era arrivato carico, lui ha voglia e gli piace giocare un bel calcio, ma purtroppo nel gioco c’è la sfortuna, uno perde e l’altro vince. Mi dispiace ancora per com’è andata a Lecce quell’anno, ma Eusebio è un allenatore che vuole fare bel calcio e ci mette sempre grinta e voglia, ce l’aveva anche da calciatore. È un allenatore preparato e lavora sul campo, quell’anno eravamo tanti giocatori di palleggio, riuscivamo anche a far divertire tanto. Purtroppo a volte si gioca bene, ma quando il risultato non viene diventa tutto più complicato e per questo è meglio a volte giocare bene e trovare il risultato. A Di Francesco piace giocare a calcio, divertire, giocare semplice con aggressività, grinta, voglia di voler arrivare prima sul pallone, poi ogni partita dura 90 minuti e chi arriva primo prende la merenda mentre il secondo purtroppo perde“.
Andando avanti nel ricordare il passato in giallorosso, l’esperta mezz’ala ha allora riaperto la ferita dell’incredibile rimonta rossonera al “Via del Mare“: “Lecce mi è piaciuta sin dal primo giorno in cui sono arrivato, sono sempre innamorato di quella città. Abitavo nello stesso posto di Muriel e Cuadrado, io sull’attico, loro al primo piano, avevamo il mercato vicino a casa nostra, ogni tanto andavamo a fare la spesa. Io sono stato a Perugia, Firenze, Udine, Torino, ma da nessuna parte mi è mai capitato di entrare nel mercato, voler comprare la verdura, la carne, il pesce e vedere che le persone volevano salutarci, pagare e offrirci tutto. I leccesi aprono la porta a chi viene da fuori per star bene tutti quanti, poi è bello come i tifosi seguono la squadra, anche in allenamento, con affetto e amore. Ci sono sempre stati vicini fino alla fine, nel bene e nel male. Anche quando siamo retrocessi a Verona, loro erano lì e abbiamo pianto insieme, posso dire solo belle cose di Lecce. Lecce-Milan 3-4? Ogni volta la gente ancora mi prende in giro, finita la partita, ci siamo detti ‘Ma cosa abbiamo combinato?!’. Questa non fu colpa dell’allenatore, ma colpa di tutti, soprattutto dei giocatori, perché fummo noi ad essere andati in campo. Perché io non posso immaginare, no? Vinciamo contro una grande squadra con grandi campioni, vinciamo 3-0 dopo mezz’ora e a fine partita 3-4, non riesco a capirlo neanche adesso. Nelle partite importanti conta l’approccio, se ti abbassi sembra che la partita è finita e invece non è finita, quindi devi stare dentro la gara per novanta minuti perché quando sbagli, anche poco, i campioni se ne approfittano ed in quella partita hanno approfittato degli episodi in cui abbiamo sbagliato“.