LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Suicidio perfetto del Lecce che perde lo scontro diretto con il Verona dell’ex Baroni e si ritrova in piena bagarre retrocessione. Decide l’autorete di Baschirotto al 17′ del primo tempo. Inutili gli attacchi senza costrutto portati fino al 96′ in un match giocato in maniera contratta prima e sciatta poi. Espulso a fine gara anche mister D’Aversa che, al pari dell’ammonito Banda, già in diffida, salterà la delicatissima trasferta di Salerno tra una settimana. Gli Ultrà Lecce della Curva Nord prima e dopo la gara alzano i toni della contestazione in un quadro complessivo che si va facendo desolante settima dopo settimana e con il margine sulla zona retrocessione ridotto ad un solo punto.

FALCONE voto: 5,5
Rotola beffarda in fondo al sacco la sfera deviata da Baschirotto che lo supera al 17′ su tiro innocuo di Folorunsho da fuori area. Prova a distendersi alla sua destra ma il pallone lo supera per il vantaggio ospite che rompe gli equilibri. Fino ad allora qualche brivido glielo aveva procurato il forte vento dche cambiava le traiettorie dei cross veronesi. Dopo la rete subita, non deve più compiere altri interventi fino all’intervallo. Nella ripresa poi solo ordinaria amministrazion.

GENDREY voto: 4,5
Evidenzia qualche incertezza di troppo in fase di non possesso quando permette agli avversari di attaccare dal suo versante con estrema facilità di penetrazione. In avanti si vede poco, anche se col passare dei minuti, intensifica le scorrerie nella metà campo scaligera e cerca di creare superiorità negli ultimi venti metri ma senza grossi risultati. Si addormenta nella ripresa su incursione di Cabal su punizione dalla trequarti ma il veronese rifiuta il gentile cadeau. Poi è solo confusione nel cercare di portare avanti un pallone sempre più pesante tra i piedi.

PONGRACIC voto: 5
Gioca nonostante una condizione non certo ottimale viste le difficoltà fisiche lamentate già nella scorsa partita di Frosinone. Stringe i denti e cerca di limitare i danni soprattutto in avvio di match, quando la squadra di Baroni preme sull’acceleratore fino a trovare il gol che sblocca la sfida. Non è al meglio e lo palesa fino alla fine sbagliando davvero tanto e dimostrandosi tra i più nervosi in campo. Rischia l’espulsione per i corpo a corpo con Henry nel recupero.

BASCHIROTTO voto: 5
Sfortunato al 17′ sulla deviazione decisiva che permette al Verona di passare in vantaggio sul tiro senza troppe pretese di Folorunsho. La conclusione si insacca a fil di palo vanificando il tuffo di Falcone che non ci arriva. Anche l’anno scorso il Verona espugnò il “Via del Mare” grazie ad un’altra sua deviazione su tiro da fuori di Ngonge. Lascia troppo spazio per la battuta del numero 90 di Baroni che sfrutta al massimo la libertà concessagli dai mediani giallorossi.

GALLO voto: 6,5
Attacca a testa bassa lungo la fascia di sua competenza e si fa valere anche nelle marcature a uomo e preventive. Si propone per tutti i primi 45′ con continuità nella metà campo del Verona a portare palloni in area gialloblù anche se non sforma mai un vero e proprio assist. Anche nel secondo tempo è tra i più propositivi ma viene incredibilmente avvicendato a 20′ dal triplice fischio in una scelta dimostratasi assolutamente poco pagante.

→ (dal 70′) DORGU voto: 4,5
Cambio che toglie invece di dare qualcosa in più al Lecce. Pure lui sbaglia molto e non incide minimamente.

GONZALEZ voto: 4,5
Toccherebbe allo spagnolo dare sostanza alla linea mediana dei giallorossi insieme a Ramadani visto che Oudin è poco portato alla marcatura. Invece, disputa una partita anonima, infarcita di errori negli appoggi e in copertura che consegnano ai veneti ulteriore superiorità a centrocampo.

RAMADANI voto: 4,5
In mezzo al campo sarebbe chiamato a ringhiare sui portatori di palla avversari che partono subito aggressivi e determinati più dei salentini. Missione fallita fin dal principio con gli ospiti lasciati troppo liberi di impostare e ripartire in contropiede. Esce senza lasciare traccia alcuna del suo impegno a dieci minuti dalla fine del tempo regolamentare.

→ (dall’80’) BLIN voto: S.V.
Diventa impossibile dare equilibrio ad una squadra squilibrata all’eccesso in un attaccare a testa bassa ma senza lucidità come quella leccese del secondo tempo.

OUDIN voto: 5
Vince il ballottaggio con Rafia e viene schierato (fuori ruolo) subito titolare in un centrocampo che, come al solito, soffre l’aggressività fin dalle prime battute dei veneti. Al 28′ calcia in porta da posizione defilata e costringe il portiere ospite ad una difficile deviazione aiutato dalla parte alta della traversa. Vivacchia fino all’80° quando D’Aversa lo toglie dalla contesa in cui stentava sempre più a creare gioco e rifornire l’attacco.

→ (dall’80’) PIEROTTI voto: S.V.
Si rivede in campo dopo oltre un mese dal suo esordio nel disperato forcing finale del Lecce tutto votato all’attacco.

ALMQVIST voto: 5,5
In ombra per larghi tratti del primo tempo, poco dopo la mezz’ora coglie anche lui la parte superiore della traversa a Montipò battuto con un tiro a giro dal limite dell’area di rigore. Per il resto tanta approssimazione e solita prestazione avulsa dal contresto. Esce all’ora di gioco e, come fece due settimane fa Sansone, non accetta di buon grado il cambio del suo allenatore.

→ (dal 60′) PICCOLI voto: 5
Dura poco più di mezz’ora l’esperimento di schierare la doppia punta e cercare l’assalto alla porta del Verona. Non trova mai modo di rendersi però pericoloso.

KRSTOVIC voto: 5,5
Subito toccato duro dalla difesa veronese, deve fare ricorso alle cure mediche per una botta al naso che sanguinava. Gioca con un tampone che non gli impedisce di cercare di pungere nelle rare occasioni che gli capitano. La più clamorosa arriva allo scadere del primo tempo quando prende il tempo al diretto avversario e gira di testa un buon cross di Almqvist ma trova la respinta felina di Montipò che gli nega la gioia del pareggio. Ripresa senza gloria in cui ha solo un’opportunità per battere a rete su errato rinvio del portiere scaligero ma non inquadra lo specchio della porta.

BANDA voto: 6,5
Il più pimpante dell’attacco leccese. Al 14′ si divora la palla del possibile vantaggio calciando addosso a Montipò in uscita da ottima posizione dopo aver sfruttato un errore del diretto marcatore su lungo rinvio di Falcone. Al 22′ calcia in porta e trova la deviazione di mano di Magnani: Chiffi dapprima assegna il rigore ma il VAR lo fa recedere dalla decisione. Ci prova puntando in velocità a più riprese i marcatori avversari ma spesso è più veloce lui del pallone che gli resta indietro fermato anche dal fastidioso vento che soffiava sul “Via del Mare“. Al 37′ si fa poi ingenuamente ammonire e, da diffidato, salterà la prossima trasferta a Salerno. Rimane anche nella ripresa il più pericoloso con serpentine e incursioni a puntare la linea difensiva ospite. A 20′ dal termine esce dalla contesa sostituito per non rischiare un eventuale secondo cartellino ma abbandona il campo assai poco convinto per la scelta tecnica.

→ (dal 70′) SANSONE voto: 5
Su di lui c’è un più che dubbio intervento al limite dell’area di rigore ma Chiffi non trova di meglio che ammonirlo per proteste senza concedere neppure la sacrosanta punizione per il fallo subito. Nel confuso assalto finale giallorosso non trova modo di incidere neppure lui, servito poco e male dai compagni.

All. D’AVERSA voto: 4
Inammissibile e incomprensibile la testata che rifila a fine match ad Henry come pure il motivo per cui il Lecce scenda in campo in uno scontro diretto che può valere mezza salvezza pauroso e timoroso, fino a subire il solito gol. Passati in svantaggio, i giallorossi iniziano a giocare ma la reazione è sempre confusa o sfortunata, come nel caso delle traverse colte nel primo tempo. Brutto il secondo tempo giocato sì all’arrembaggio disperato e schierando tutto lo schierabile lì davanti, ma nessuno che la metta mai dentro o che crei le condizioni per farlo. La situzione è complicatissima ed il Lecce continua a mostrarsi timido e impaurito anche contro gli avversari a sua portata. Il tempo a sua disposizione pare scaduto e ci mette del suo nel fornire alla dirigenza qualche ragione a cui appigliarsi per concludere la sua avventura sulla panchina giallorossa.

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