CREMONA (di Giovanni De Leonardis) – Sulle rive del Po il Lecce torna a fare punti dopo le due sconfitte consecutive contro Verona e Salernitana. Un’eventuale terza sconfitta sarebbe stata la certificazione di una crisi tecnica e di risultati. La Cremonese, che pur in settimana aveva espugnato Roma eliminando dalla Coppa Italia i giallorossi capitolini, si sgretola contro i giallorossi salentini, autori di una partita più che diligente dal punto di vista tattico. Baroni schiera la formazione-tipo, con Gallo e Gendrey esterni di difesa, Baschirotto e Umtiti centrali davanti a Falcone. A centrocampo il collaudato trio con Hjulmand in mezzo, Blin e Gonzalez ai lati, in avanti il tridente con Colombo e gli esterni Strefezza e Di Francesco.

Ballardini risponde con il 3-5-2, proponendo, almeno nelle intenzioni, densità a centrocampo per innescare le punte Ciofani e Dessers. Il Lecce parte bene, tiene il pallino del gioco e già dopo pochi minuti sfiora il gol con un secco tiro di prima intenzione da parte di Colombo che raccoglie un assist di Di Francesco, ma la palla esce di poco.

Al 14′ Strefezza indirizza in area avversaria un pallone teso a mezza altezza sul quale però Colombo e Di Francesco non riescono ad intervenire. Il Lecce comanda il gioco e la Cremonese agisce più di rimessa, sfruttando le fasce con l’ex Valeri e con Sernicola. Proprio da due cross dagli esterni nel giro di un paio di minuti Ciofani riesce a colpire di testa, ma in entrambe le occasioni il tiro risulta debole e si spegne tra le mani di Falcone.

Al 38′ Blin rimedia un colpo al ginocchio destro e deve uscire, sostituito da Askildsen. Allo scadere della prima frazione un cross di Gonzalez, ben indirizzato a centro area per Strefezza, costringe il difensore grigiorosso Ferrari al rinvio in extremis. All’intervallo si va quindi sul risultato a reti bianche, che se può star bene al Lecce certamente non può servire molto alla Cremonese, relegata in fondo alla classifica e giunta alla fatidica “ultima spiaggia“.

L’inizio di ripresa è decisamente più frizzante. Un tiro-cross di Vasquez esce di poco fuori e sul ribaltamento di fronte è Colombo a spedire di testa di poco fuori. La Cremonese cerca (con poco successo) di aumentare l’intensità ma il Lecce tiene bene il campo e non corre alcun pericolo. Al 58′, su azione da calcio d’angolo, Hjulmand pennella un cross per l’imponente elevazione di Baschirotto sulla cui incornata Carnesecchi non può far nulla. Lecce avanti 0-1.

La Cremonese tenta di reagire: dapprima un violento tiro di Sernicola viene deviato e termina di poco alto sulla traversa leccese, poi Dessers riesce a destreggiarsi in area ma il suo tiro è debole e centrale, risultando innocuo per Falcone. Ballardini decide allora di passare a tre punte, rischiando il tutto per tutto. Il Lecce però ha il merito di continuare a pressare alto. Proprio un’azione di pressing a centrocampo porta Gonzalez a rubare palla a Meité e a servire Strefezza; l’italo-brasiliano si invola verso l’area avversaria e da una ventina di metri lascia partire un sinistro a giro che si insacca a fil di palo alla destra di Carnesecchi.

Il doppio svantaggio taglia le gambe alla Cremonese, ormai rassegnata ed incapace di imbastire proficue trame di gioco. Anzi, è il Lecce che sfiora la terza marcatura con Banda (da poco subentrato a Di Francesco) che, involatosi sulla fascia sinistra, entra in area avversaria ma a tu per tu con Carnesecchi si fa deviare in angolo il tiro. Non accade più nulla fino al 94′, quando Falcone devia in angolo l’unico vero tiro verso lo specchio della porta leccese, un tiro forte ma abbastanza centrale.

Il triplice fischio dell’arbitro Orsato (designazione che sottolinea la delicatezza della partita) sancisce la più che meritata vittoria del Lecce. I giallorossi sono stati superiori alla Cremonese dal punto di vista tecnico e soprattutto nel modo di gestire la partita, controllando e amministrando il gioco per colpire quando possibile.

 

La Cremonese ha dimostrato di meritare la sua classifica. Nella partita che doveva assolutamente vincere per rimanere aggrappata alla Serie A non è riuscita a creare alcun pericolo, vittima di un gioco approssimativo e a tratti confusionario. Il Lecce sale quindi a quota 23 punti conquistati in 21 partite, un’indiscutibile media salvezza ma che non deve giustificare facili entusiasmi. Ci sono da giocare ancora 17 partite e sabato al “Via del Mare” arriva la truppa di Mourinho.

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