LECCE – In una lunga intervista concessa in esclusiva a SuperNewsAnderson Babù, ex attaccante del Lecce, si è espresso sulla squadra di Marco Baroni, sul direttore sportivo Pantaleo Corvino e sul suo ex allenatore Zdenek Zeman, figura fondamentale per l’ex giocatore giallorosso. Inoltre, Babù ha sostenuto che la salvezza, per la squadra salentina, è un obiettivo raggiungibile.

Il Lecce, la tua ex squadra, ha raccolto appena 2 punti nelle prime 5 giornate di campionato. I giallorossi ce la faranno a raggiungere la salvezza?
“Il Lecce è abituato alla Serie A. Ha esperienza in questa competizione e tutte le carte in regola per raggiungere la salvezza. Il campionato è complicato, ci sono tante squadre che hanno come obiettivo di evitare la retrocessione; i giallorossi daranno filo da torcere alle dirette concorrenti, su questo non ci sono dubbi”.
Pantaleo Corvino si è mosso bene sul mercato puntando su tanti giovani talenti. L’esperto Direttore sportivo rappresenta un’arma in più per i salentini?
“Un direttore davvero competente, che sa fare benissimo il suo lavoro. È stato lui, su indicazione di Zeman, a portarmi al Lecce nel 2004. Lui è molto attento ai giovani ed è bravo a fiutare gli affari prima degli altri. Sicuramente un valore aggiunto per il Lecce. Anche per questo credo che i salentini riusciranno ad ottenere la salvezza, avere professionisti del genere in società è un valore aggiunto”.
Le tue esperienze alla Salernitana e al Lecce sono state caratterizzate dalla presenza di mister Zeman in panchina. Qual è stato il tuo rapporto con l’allenatore boemo, quanto è stato importante per la tua carriera?
“Zeman è stato molto importante per me, mi ha insegnato a giocare a calcio, è stato un
maestro. Ha strappato il meglio anche a campioni come Insigne, Verratti, Immobile, Vucinic e via dicendo, giocatori dalle qualità innate, che lui ha saputo plasmare e sviluppare alla grande. Senza di lui non avrei mai fatto tante presenze tra Serie A e Serie B. Negli anni si è ammorbidito un po’, ma ricordo che con lui si correva tanto e si lavorava il doppio rispetto alle altre squadre”.
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