LECCE – La crisi del calcio in Italia vista da Lecce attraverso le parole del presidente Saverio Sticchi Damiani che ha rilasciato un’intervista a Rai Sport andata in onda su Rai 2 nel Tg sportivo di ieri pomeriggio. Il massimo dirigente giallorosso ha parlato anche della massiccia presenza di giocatori stranieri nella maggior parte delle formazioni giovanili, ma anche delle possibili soluzioni per aiutare i talenti locali ad emergere.

Mix di calciatori italiani e stranieri per aumentare la qualità complessiva
Il Lecce conta 21 stranieri nella propria Primavera perché bisogna cercare di alzare la qualità aggiungendo ai talenti che il territorio esprime, e che noi siamo in grado sicuramente di rintracciare, altri elementi pescati fuori Italia, talvolta facendo delle scommesse complicate poiché arrivano da campionati minori e paesi sconosciuti per cercare di aumentare il livello di tutta la Primavera“.

L’importanza dei centri sportivi e di tecnici preparati
Se un giocatore ha talento credo che trovi sempre spazio. Forse più che spingere a tutti i costi su una politica di valorizzazione di giocatori italiani, che magari non hanno i numeri per emergere, bisognerebbe puntare molto di più su strutture, centri sportivi e sulle capacità della società di organizzare tecnici capaci di formare i giovani“.

Regole imposte dall’alto per tutti
Anche prima del Covid, il problema del sistema calcio in Italia è stato il fondarsi sull’indebitamento, anche senza alcuna giustificazione esterna. Allora servirebbe una regola che costringa le società a puntare sui giovani. Altrimenti, conoscendo il livello di competitività in Italia dove tutti vogliono vincere, se c’è il modo per rischiare il meno possibile e far giocare poco i giovani si segue quello. Ecco quindi che una regola per tutti va imposta“.

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