LECCE (di Giovanni De Leonardis) – Vittoria più difficile del previsto quella del Lecce secondo in classifica sulla Spal quintultima. In realtà in campo la differenza di classifica non si è notata granché, sia perché il Lecce è apparso meno brillante del solito, sia perché la Spal ha giocato una partita di carattere, tutt’altro che difensivistica.

Prima del fischio iniziale, va in scena il doveroso riconoscimento al grande ex capitano giallorosso Marco Mancosu che, visibilmente emozionato, si reca sotto la curva nord per ricevere gli applausi del pubblico presente al Via del Mare. Baroni recupera dopo un mese Gabriel tra i pali, la linea difensiva è composta da Lucioni e Tuia centrali con Calabresi e Gallo esterni. A centrocampo Hjulmand in mezzo con Blin a destra e Gargiulo a sinistra, tridente d’attacco con Strefezza, Coda e Di Mariano da destra a sinistra. Il tecnico degli emiliani, Venturato, schiera il consueto 4-3-1-2 ma deve fare i conti con numerosi indisponibili tra i quali l’altro ex leccese Biagio Meccariello.

Gli ospiti partono bene e già al quarto minuto un colpo di testa di Vicari sorvola non di molto la traversa della porta leccese. Il pericolo scampato scuote il Lecce che inizia, o almeno prova, a costruire gioco.

Al quarto d’ora Tuia calcia dalla propria metà campo una punizione nell’area avversaria; Coda, ben appostato, trova la coordinazione per calciare al volo ma Alfonso riesce a deviare. Poco dopo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Coda andrebbe in rete ma lo fa da una evidente posizione di fuorigioco e la potenziale marcatura numero 21 in stagione viene così annullata.

Al minuto 24 pericolosa azione d’attacco del Lecce: Strefezza crossa per Di Mariano che, troppo defilato non riesce a calciare in porta ma serve Coda che a sua volta serve Hjulmand; il danese (stavolta apparso un po’ appannato) da buona posizione svirgola malamente. Pochi minuti dopo la più chiara palla goal del Lecce del primo tempo: Gargiulo verticalizza in area per Di Mariano che, solo davanti ad Alfonso, si fa deviare in angolo il tiro.

La Spal, dal suo canto, non sta a guardare e ogni volta che entra in possesso di palla esprime un calcio propositivo, costringendo il Lecce ad arretrare il baricentro e a dover ripartire dal basso. Lo 0-0 che accompagna le squadre al riposo sembra un risultato tutto sommato equo, con il Lecce che ha provato qualche fiammata offensiva ed una Spal che ha tenuto bene il campo, ben orchestrata in mezzo da Mancosu.

Baroni si rende conto che la manovra dei suoi è lenta, e per vivacizzarla lascia negli spogliatoi Gargiulo per inserire Bjorkengren. I risultati si vedono ben presto. Già al primo minuto Coda tira dal limite dell’area, Alfonso para e la sua respinta viene calciata ancora da Coda al volo, ma la palla esce di poco fuori, forse grazie a una deviazione non ravvisata da arbitro e assistente.

Al 53′ la più nitida palla goal per la Spal: il solito Mancosu serve in area un pallone a Colombo il cui tiro, appena deviato dalla difesa, lambisce il palo. A mezz’ora dalla fine Baroni deve sostituire l’infortunato Tuia con Dermaku e approfitta dello slot per togliere l’ammonito Blin per inserire Helgason. Sarà proprio questa la mossa vincente. Dopo pochi minuti, infatti, Di Mariano combina con Coda che smarca Helgason a tu per tu con Alfonso; a nulla serve la disperata uscita dell’estremo ferrarese perché l’islandese lo fredda con un preciso rasoterra.

Il vantaggio carica i giallorossi che potrebbero raddoppiare prima con un colpo di testa alto di Hjulmand dopo un’uscita a vuoto di Alfonso, ma soprattutto tre minuti dopo con Di Mariano che da solo in area calcia alle stelle un rigore in movimento servitogli da Helgason. Ancora due minuti e stavolta Strefezza calcia non molto alto un destro dalla distanza.

La Spal nel finale cerca di organizzare un forcing senza però creare particolari minacce per la porta di Gabriel. L’ultima chance per gli ospiti si concretizza con un calcio di punizione tirato direttamente sul fondo, con buona pace dei quasi dodicimila spettatori presenti sulle tribune che, al triplice fischio dell’arbitro Marchetti di Ostia Lido, festeggiano i propri beniamini.

Non è stato il Lecce che ha dominato Frosinone e Ternana, probabilmente un po’ di stanchezza ed il primo caldo stagionale si sono fatti sentire. Ma di fronte c’è stata una Spal che tutto è sembrata tranne una squadra di bassa classifica. Classifica che invece arride al Lecce perché la terza vittoria consecutiva, combinata con la sconfitta della Cremonese, significa primo posto in solitaria a quattro giornate dalla fine, indipendentemente dai risultati di oggi. Avanti così!

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