LECCE – Nell’annuale Rapporto sull’Ecosistema Urbano stilato da Legambiente, che misura la qualità della vita attraverso una serie di indicatori ecologici quali aria, acqua, ambiente, energia, mobilità e rifiuti, la città di Lecce si conferma la città più green fra i capoluoghi di provincia pugliesi, mentre a livello nazionale occupa la 67ª posizione su 105. Inoltre, il Piano comunale delle Coste, approvato a settembre dal Consiglio Comunale, è stato segnalato fra le “buone pratiche” nazionali, esperienze riproducibili che dimostrano che il cambiamento è a portata di mano, quando c’è davvero la voglia di creare discontinuità con il passato e di mettere in campo azioni per ridurre gli impatti ambientali e migliorare la vivibilità delle città e la qualità della vita.

In Puglia, dei 69 comuni costieri, Lecce – si legge nella motivazione della segnalazione fra le Best Practicesè il primo capoluogo a dotarsi di uno strumento obbligatorio per legge sin dal 2006. Il Piano si sviluppa su 4 punti: accessibilità al mare; delocalizzazione delle attrezzature e degli usi demaniali; diversificazione degli usi demaniali; rigenerazione, tutela, valorizzazione paesaggistica e storico culturale. Il Piano delle Coste nasce per essere uno strumento flessibile e adattabile alle continue trasformazioni della costa: non prevede solo un insieme di concessioni ma una gestione dinamica delle stesse e degli arenili. Tutto il litorale leccese è stato suddiviso in 5 Unità Gestionali Costiere. Su ciascuna si attiverà un costante monitoraggio dell’erosione, condiviso tra amministrazione e concessionari balneari, che consentirà di registrare la dinamica di avanzamento o arretramento degli arenili e le strategie di intervento”.

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