PESCARA (di Pierpaolo Sergio) – Anche in questo beffardo Pescara-Lecce si coglie il senso del suicidio perfetto che la squadra di mister Corini commette regalando l’ennesimo pareggio stagionale e subendo un gol in pieno recupero dopo una condotta di gara votata alla ricerca del massimo risultato col minimo sforzo. Nonostante il vantaggio di Maggio nel finale di prima frazione, i giallorossi rinunciano a giocare per tutta la ripresa e beccano un’altra rete in dubbia posizione di fuorigioco a partita quasi conclusa che mortifica i sogni di recupero in classifica dei salentini. Degne di menzione le prestazioni di Gabriel, Hjulmand e Björkengren.

GABRIEL: Spettatore assoluto per tutto, il primo tempo in cui i padroni di casa non vanno praticamente mai alla conclusione verso la sua porta, lasciandogli il compito di guidare la difesa con i suoi richiami. La prima parata la compie solo al 68′ e subito dopo salva il vantaggio su rasoterra di Odgaard. La doccia gelata la riceve in pieno recupero, ormai una routine per lui e la squadra leccese. VOTO: 6,5

MAGGIO: Primo gol con la maglia del Lecce per l’ex esterno di difesa del Benevento che nel finale di primo tempo sblocca una gara scorbutica e sonnolenta permettendo ai salentini, almeno sulla carta, di giocare con maggior disinvoltura il resto dell’incontro. Si aggiunge alla lista dei calciatori già andati a segno in stagione diventando il quindicesimo marcatore giallorosso. Nella ripresa spinge molto meno e bada a contenere le folate avversarie. VOTO: 6

LUCIONI: Partita sostanzialmente disputata in assoluto in controllo, ma poi commette un paio di leggerezze, una per ciascun tempo, che stavano per costare care al Lecce. Non impeccabile nel finale quando bisognava tenere più alta la linea di difesa giallorossa. VOTO: 5,5

MECCARIELLO: Ricambia la cortesia a Maggio fornendogli l’assist per il vantaggio così come era successo in occasione della sua rete segnata col Cosenza nello scorso turno. Il colpo di testa a servire il compagno è il miglio acuto della prima frazione di gioco in cui si era fatto notare solo per il monotono giro palla con i compagni di reparto. Partita senza infamia e senza lode anche se forse è lui a ingannare il guardalinee che lo vede tenere in gioco Busellato nell’azione dell’1-1 finale. VOTO: 6

GALLO: Rispetto alle recenti uscite si dimostra più prudente nello spingere in avanti. Nei primi 45′ si fa vedere pochissime volte oltre la linea di centrocampo e si limita a traccheggiare col pallone tra i piedi. Nella ripresa cambia inizialmente passo e s’incunea nella metà campo avversaria a più riprese. Poi sbaglia qualche uscita e risulta un po’ troppo schiacciato nel finale come tutto il resto della squadra. VOTO: 5,5

MAJER: Laddove non è il Pescara a creare qualche grattacapo ci pensa da sé a perdere palloni innocui per difetto di misura negli appoggi o per stop non perfetti. Con i padroni di casa in possesso palla va in apnea vista la superiorità numerica degli abruzzesi. Col passare dei minuti prende meglio le misure ma viene comunque sostituito a poco meno di mezz’ora dal termine. VOTO: 5,5

→ (dal 65′) MANCOSU: Ingresso in campo che non porta i frutti sperati. Poche idee e tanti errori nelle poche giocate che compie. VOTO: 5

HJULMAND: Si è preso il centrocampo del Lecce sulle spalle e non spreca mai mezzo pallone. Diversi anche quelli recuperati davanti all’area salentina e smistati in avanti nelle ripartenze che il Lecce imbastisce. Offre anche alcuni numeri d’alta tecnica a nobilitare la sua prestazione. Tra i pochi a meritare una valutazione alta. Sempre più fondamentale per questo Lecce. VOTO: 7 

BJÖRKENGREN: Partita tatticamente impeccabile per il centrocampista svedese che si fa notare per i tanti palloni strappati dai piedi degli avversari e per il senso della posizione che mette a disposizione della squadra. Meglio tuttavia la versione dei primi 45′ in cui è più nel vivo del match. Uscito dalla contesa il Lecce perde sempre più la bussola e lascia la mediana in balia dei biancazzurri. VOTO: 6,5

→ (dall’85’) TACHTSIDIS: Molti errori di misura in avanti ed in copertura nello scampolo di match giocato. Non fa filtro come dovrebbe perché non è nelle sue prerogative col Pescara che incassa e ringrazia. S.V.

HENDERSON: A lui Corini affida ancora il compito di inventare negli ultimi trenta metri. Missione che porta a termine solo in parte non riuscendo ad innescare la coppia di attaccanti che attende invano una sua giocata che li metta in condizione di battere a rete. Quando si accende la spia della riserva si accomoda in panca lasciando il posto a Mancosu, titolare in quel ruolo, ma che lo fa rimpiangere per dinamismo e capacità di schermare l’area di Gabriel. VOTO: 5,5

→ (dal 65′) MASELLI: Si vede molto poco nello scorcio di gara che gioca sia pure in un ruolo non suo. Ma la palla che perde in uscita e da cui nasce la punizione che porta all’1-1 finale è da censurare senza se e senza ma. Con un compagno libero da servire, tocca una volta di più la sfera consegnandola a Machin su cui commette poi fallo. Leggerezza imperdonabile. VOTO: 4,5

CODA: Anche in questa partita si vede più  al di fuori che all’interno dell’area di rigore. La difesa abruzzese lo controlla senza affanno alcuno. Per lui un solo tiro nello specchio della porta del portiere Fiorillo che arriva nel secondo tempo, poco prima di essere avvicendato quando di energie nelle gambe non ne aveva proprio più. Ad ogni modo, la sua assenza si fa sentire perché senza di lui il Lecce perde il punto di riferimento lì davanti. VOTO: 5,5

→ (dal 65′) PETTINARI: Entra in campo da ex in una fase della gara in cui i giallorossi badano più a non subire che a costruire gioco. L’intesa con Rodriguez non è immediata e nelle rare situazioni in cui il Lecce si affaccia nella metà campo avversaria non trova il guizzo o la giocata vincente. Scompare quando resta l’unico attaccante in campo per i salentini. VOTO: 5,5

RODRIGUEZ: Tanto movimento lungo tutto il fronte d’attacco pescarese per il giovane talento spagnolo che, tuttavia, non trova mai lo spazio per la battuta a rete, né un fruttuoso dialogo con Coda che con lui compone la coppia d’attacco titolare anche in questo match. Uscito dal terreno di gioco i giallorossi si spengono definitivamente. VOTO: 6

→ (dall’85’) PAGANINI: La buona notizia è il suo ritorno in campo. S.V.

All. CORINI: Lasciare due punti contro questo Pescara è molto più che autolesionistico. Un avversario ridotto ai minimi termini, senza mordente nelle poche giocate effettuate e che in casa non segnava dal 22 dicembre non si capisce perché mai dovesse essere affrontato come un gigante minaccioso pur col Lecce in vantaggio di un gol, col morale a mille per i risultati che stavano maturando sui campi delle dirette concorrenti e col dichiarato intento di mantenere accesa e rafforzare la fiammella della speranza di rientrare in gioco per la promozione diretta. Invece, ecco l’ennesimo suicidio tattico che mortifica i sacrifici di diversi elementi che dimostrano di crederci eccome, scegliendo di non attaccare un Pescara moribondo a cui è stato invece dato coraggio arretrando via via sempre più il baricentro anche con cambi non adeguati al bisogno. VOTO: 4,5

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