LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Nelle pagelle di Lecce-Monza (0-0) non ci sono elementi che spicchino per il proprio voto rispetto ad altri compagni. Tra i giallorossi è semmai l’intero reparto difensivo a meritare i giudizi più alti per aver aiutato la squadra a chiudere un match senza incassare reti. Un pareggio “ad occhiali” che allunga la serie di risultati positivi, ma che non serve per rilanciarsi nelle zone alte della classifica.

GABRIEL: Per tutto il primo tempo guida con le sue urla gli altri giallorossi, ma non è chiamato mai a compiere interventi degni di nota. Un piccolo record di questi tempi viste le altre gare in cui nei primi minuti aveva sempre preso almeno un gol. Il Monza lo impensierisce solo una volta nella ripresa e lui risponde presente. Chiude senza reti al passivo dopo tre mesi dall’ultima volta e questo potrebbe essere per lui un motivo di gioia in più rispetto al resto della truppa. VOTO: 6

ADJAPONG: Palla al piede, nelle rare discese che il Monza gli concede, conferma di avere personalità ma non riesce ad innescare le punte. Più attento in marcatura rispetto ad altre uscite grazie anche alla catena di destra che Corini costruisce con Paganini prima e Majer dopo. Nel finale partecipa al convulso arrembaggio all’area monzese che non cava però il ragno dal buco. VOTO: 6,5

DERMAKU: Ci mette grinta ed esperienza nel guidare la difesa giallorossa. In coppia con Meccariello disinnesca senza troppe difficoltà le iniziative ospiti per tutta la partita senza andare mai in affanno. È suo al 94′ il tiro a fil di palo che dà l’impressione del gol ma che si perde di un soffio fuori. VOTO: 6,5

MECCARIELLO: Tanta applicazione nel mantenere la posizione e concedere il minimo sindacale agli avversari. Annulla Gytkjaer e si applica con attenzione fino al triplice fischio finale dell’arbitro. VOTO: 6,5

ZUTA: Segue Boateng come un’ombra ovunque il numero 7 biancorosso vada a cercarsi spazi per manovrare, tant’è che l’ex Sassuolo a volte è costretto a cambiare versante. Sua la più netta palla-gol dei salentini allo scadere del primo tempo quando prende a tutti il tempo di testa ma la sfera termina di poco a lato. Gioca anche nella ripresa una gara volitiva e senza sbavature nonostante l’uscita dell’avversario. VOTO: 6,5

HENDERSON: Partita di sacrificio nel chiudere le linee di passaggio ai centrocampisti di Brocchi e proporsi in avanti nelle ripartenze giallorosse. Lavoro di sacrificio che talvolta gli annebbia le idee. Così, al quarto d’ora della ripresa, Corini lo richiama in panca. VOTO: 6

→ (dal 60′) LISTKOWSKI: Energie fresche al servizio della squadra per tentare qualche puntata in area monzese come il tiro potente ma centrale che si spegne tra le braccia del portiere ospite. VOTO: 6

TACHTSIDIS: Perde una quantità industriale di palloni dai piedi nella prima mezz’ora di gara e si fa anche ammonire, esagerando con le proteste, e rischiando così di essere espulso da Marinelli. Anche nella ripresa la musica non cambia. Su di lui Bellusci commette un fallo da rosso diretto che lascia nel recupero il Monza in 10 e porta il Lecce e spingere alla ricerca di un gol che comunque non arriva. VOTO: 5,5

PAGANINI: Dura appena 16 minuti la sua partita prima di essere costretto ad abbandonare il campo per un problema muscolare alla coscia destra. Fino ad allora aveva dato soprattutto una mano alla difesa nel chiudere al limite le sortite monzesi nella metà campo leccese. S.V.

→ (dal 17′) MAJER: Prende il posto nell’assetto tattico del Lecce del compagno infortunatro a va a piazzarsi sul centrodestra a dar man forte ad Adjapong nel contrastare le incursioni brianzole lungo quel versante. Stenta a trovare le giuste misure, ma è d’aiuto ai compagni. VOTO: 6

MANCOSU: Partita complicata in cui il Lecce preferisce lasciare l’iniziativa al Monza e colpire in ripartenza. Il che significa sprecare tante energie nel rincorrere i portatori di palla biancorossi e saltuariamente creare gioco nella metà campo avversaria. Bella una punizione da distanza siderale su cui prova a sorprendere Di Gregorio con un pallonetto, ma la mira è alta. Cala vistosamente nel secondo tempo e non ha la lucidità necessaria per colpire in contropiede. VOTO: 6

CODA: Dopo la doppietta al Cittadella si vede molto poco nella prima frazione di gioco in cui si prodiga in un oscuro lavoro di sponda per i compagni che, ad ogni modo, lo cercano di rado con palloni giocabili lì davanti. Nonostante sia il capocannoniere della Serie B, trovare la via del gol così resta un’impresa al limite dell’impossibile. VOTO: 5,5

STEPINSKI: Si fa apprezzare per alcune palle recuperate sulla trequarti ma poi spesso vanifica ogni sforzo appoggiando male la sfera verso gli altri compagni. L’andazzo non prende una piega diversa neppure nella seconda frazione di gioco e quindi viene sostituito facendo capire che i giallorossi, a quel punto, si sarebbero accontentati anche del pari. VOTO: 5,5

→ (dal 78′) BJORKENGREN: Ingresso più prudenziale per mantenere l’equilibrio della gara nel finale. S.V.

All. CORINI: Il suo rientro in panchina coincide con un Lecce che si dimostra più attento e solido in difesa ma, inevitabilmente, meno estroso e produttivo in attacco. I primi 45′ sono una partita a scacchi con Brocchi in cui i due tecnici cercano di sopraffare l’assetto tattico avversario finendo con l’annullarsi a vicenda. Il leit motiv non cambia nella seconda frazione di gioco e il match finisce con un pareggio che può far sorridere più i brianzoli che i salentini. VOTO: 6

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