LECCE (di Italo Aromolo) – Se il pallone a Lecce non ha mai smesso di rotolare il merito è anche e soprattutto suo: Savino Tesoro è l’uomo che nel 2012 scacciò le nubi del fallimento e prese le redini dell’Unione Sportiva Lecce, sottraendola all’infausto destino a cui il disimpegno della famiglia Semeraro sembrava condannarla. L’ordinario Messia da Spinazzola tentò la scalata alla B, fallì una, due e tre volte, ma la piazza gli ha sempre riconosciuto il merito della continuità, quella necessaria alla schiusa dell’era Sticchi Damiani e al ritorno in Serie A. Cinque anni dopo, Savino Tesoro torna a parlare e lo fa ai nostri microfoni.

Presidente, le manca il calcio?

Dopo l’esperienza al Lecce mi sono disintossicato. Non mi manca affatto“.

Fu accolto nel 2012 tra lo scetticismo della piazza, ma i fatti le hanno dato ragione.

Lo scetticismo è stato solo quello di alcuni quotidiani e giornalisti locali che mi hanno continuamente fatto la guerra, ma i tifosi hanno compreso la nostra buona fede. La gestione della società è stata esemplare, sotto il profilo amministrativo ed economico non siamo mai andati in difficoltà“.

Sotto il profilo sportivo, invece, quali errori ritiene di aver commesso? Come si spiega la contestazione della Curva, deflagrata nel 2015 con striscioni e cori che la invitavano a cedere il timone?

Di errori ne abbiamo commessi, come tutti, altrimenti non saremmo rimasti in Lega Pro. Ma le ragioni di una contestazione così netta non le ho mai capite…“.

Nell’estate del 2015 il passaggio di testimone alla cordata guidata da Saverio Sticchi Damiani.

Anche in quello fummo molto attenti, e oggi posso dire, con soddisfazione, che lasciammo il Lecce in buone mani. La nuova società ha fatto grandi cose: il ritorno in Serie A è stato un premio meritato per Lecce e i leccesi“.

Quanto ci ha rimesso economicamente la famiglia Tesoro nell’esperienza all’U.S.Lecce?

Far soldi nel calcio è difficile, in Lega Pro praticamente impossibile. Ai nostri tempi la categoria era profondamente in crisi, molto più che ora. Ma non abbiamo mai fatto cessioni di calciatori importanti. Sicuramente, con il Lecce non ci ho guadagnato“.

Le emozioni che si porterà dietro degli anni in giallorosso?

Le due finali play-off perse sono il rimpianto più grande. Al di là delle vicende sportive, la gente e la città tutta: a Lecce mi ci sono trovato benissimo“.

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