LECCE – Dopo Bologna-Lecce, gara persa dai giallorossi per 3-2, il Corriere dello Sport ha intervistato il presidente Saverio Sticchi Damiani molto contrariato riguardo al contatto in area di rigore tra Denswil e Mancosu non fischiato dall’arbitro Calvarese, da cui è poi nata la ripartenza mortifera che ha portato alla terza rete segnata in pieno recupero.

È clamoroso che il Var che ci ha penalizzai tante volte non faccia chiarezza sull’episodio che decide non solo la gara ma magari un campionato. Contro di noi non riesco mai a spiegare cosa succede” – dichiara il numero uno del Lecce che poi aggiunge: “Quello su Mancosu era un rigore clamoroso, impossibile da non segnalare… Chiunque avrebbe fischiato quel penalty ed ora staremmo a parlare di una rimonta del Lecce. Purtroppo, questa opportunità non ci è stata concessa, anche se solare. Ci sono stati i nostri errori, il nostro cuore grandissimo che ci aveva consentito di riprendere la partita e provare a vincerla. Ce lo hanno impedito prima la traversa, poi un salvataggio sulla linea, infine il rigore non concesso. Quello che ci sta accadendo è lo specchio di un’intera stagione“.

Sotto accusa finisce la gestione del VAR per lo sconforto del presidente della formazione salentina: “La somma di tutti questi episodi ammazzerebbe anche la miglior squadra sulla piazza. A nostro sfavore succedono sempre cose inspiegabili. Ripenso alla mancata espulsione di Bonazzoli nella partita persa contro la Sampdoria e ad altro… ma sarebbe soltanto bastato andarli a rivedere al VAR, perchè serve a questo, a correggere ed individuare le mancanze del direttore di gara“.

Infine, Sticchi Damiani sui lascia andare ad un’amara riflessione: “Lavoriamo da quattro anni in cui abbiamo scritto pagine stupende. Non so davvero, ora, se ne vale più la pena. Vale la pena solo se penso ai nostri fantastici tifosi e ad un fantastico gruppo di lavoro. Ma questa Serie A chiede una profonda riflessione sulle regole, su chi ha i bilanci in ordine e chi no, questo calcio vive una fase profondamente decadente“.

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