Uno dei luoghi comuni che si sono dimostrati più duri da scalfire relativamente al mondo dello sport è quello che dipinge la maggior parte degli sportivi come persone egoiste e, in particolar modo i più precoci atleti impegnati in sport nei quali i guadagni sono particolarmente importanti, come giovani viziati, incapaci di comprendere le difficoltà di chi non ha avuto la fortuna di essere altrettanto ben remunerato. Eppure, in netta contrapposizione a questo stereotipo, esiste un legame abbastanza evidente fra sport e iniziative di solidarietà a beneficio delle più diverse cause: le iniziative di beneficenza hanno un ruolo di primo piano nel mondo dello sport, tanto professionistico quanto amatoriale.
Partendo proprio dallo sport più trasversalmente seguito in Italia, il calcio, è subito evidente come il numero di persone coinvolte e il numero di iniziative di solidarietà siano due quantità che crescono in maniera parallela. Negli ultimi mesi alcune delle società più in vista del campionato italiano hanno fatto donazioni o organizzato raccolte fondi: l’Inter ha raccolto fra presidente, calciatori e perfino tifosi, una somma da devolvere all’ospedale Sacco di Milano; la Roma ha organizzato una raccolta fondi a beneficio dell’ospedale Spallanzani; anche la Juventus ha organizzato una raccolta fondi a beneficio della regione Piemonte. Molti calciatori, del pari, si sono messi in mostra per lo stesso motivo: Insigne, Bonucci, Zaza, Ibrahimovic, Florenzi, persino Ilicic che ha donato all’ospedale di Bergamo il pallone portato a casa grazie alla quaterna messa a referto nella gara contro il Valencia dello scorso 10 marzo, sono solo alcuni dei nomi che si sono distinti negli ultimi mesi per donazioni. Ma risalendo nel tempo, e uscendo dai confini italiani, sono innumerevoli le iniziative di solidarietà nel mondo del calcio. Javier Zanetti è attivo fin dal 2001 con la sua fondazione Pupi, che opera nel settore della protezione integrale dei diritti dei bambini e degli adolescenti. La fondazione Cannavaro Ferrara, creata dai fratelli Cannavaro insieme a Ciro Ferrara, si occupa di raccogliere fondi per le associazioni napoletane che si occupano del disagio giovanile.
Se il calcio fornisce una quantità enorme di esempi, tuttavia, gli altri sport non sono da meno, risultando meno noti solo perché in qualche modo “oscurati” dal calcio stesso. Si può allora fare l’esempio di uno dei volti recenti più noti del wrestling, John Cena, autore di una grossa donazione per gli operatori di primo soccorso e più volte per la fondazione Make-A-Wish. Altro personaggio che ha fortemente legato il suo nome a iniziative di beneficenza è Barry Greenstein, giocatore di poker che, fra gli altri suoi pari, si è distinto per donazioni tali da meritargli
l’accostamento alla leggendaria figura di Robin Hood. Nel mondo del tennis Serena Williams, di recente, è apparsa in topless in un videoclip per le associazioni contro il tumore al seno, ed è titolare di un’associazione che si occupa di costruire scuole in luoghi disagiati del mondo. LeBron James, uno dei volti di spicco della NBA americana, ha fondato un’associazione per dare sostegno alle famiglie bisognose, occupandosi principalmente dell’istruzione e degli alloggi alla stessa funzionali nella sua città natale nell’Ohio. L’ex pattinatrice sudcoreana Yu-Na Kim, ambasciatrice Unicef dal 2010, ha più volte sollecitato interventi a tutela dei minori coinvolti nel conflitto siriano, e nel 2013 ha fatto una donazione alle Filippine colpite dal tifone Hayian, un gesto ormai abituale per lei.
L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo, ma il punto centrale è considerare come, nei più diversi sport, gli atleti siano coinvolti nelle iniziative di solidarietà. Perché? Si potrebbe pensare per motivi cinici e a fini pubblicitari; ma questo non spiegherebbe eventi come, per esempio, l’enorme numero di attività sportive amatoriali che fanno da vetrina per iniziative di beneficenza, anche nelle realtà più piccole.
È giusto concludere quindi che lo stereotipo che vede gli sportivi scollegati dalla realtà quotidiana è un mito da sfatare, constatando come proprio dal mondo dello sport arrivino alcune fra le più sentite iniziative di solidarietà.