LECCE – Per ora c’è (forse) solo una certezza: il calcio in Italia riprenderà a metà giugno con la Coppa Italia e poi con i campionati di A, B e C. Trovata la data dopo due mesi di logoranti tira e molla tra governo ed i vertici del calcio e dello sport italiani, adesso si pensa a ciò che potrà o potrebbe succedere dal momento in cui il pallone tornerà a rotolare sui terreni di gioco. In particolare, c’è la Serie A a tenere alta l’attenzione generale visto il sontuoso giro di denaro che assicura.
Proprio per svelenire i rapporti tra la Lega Serie A e le pay-tv che non hanno versato la sesta e ultima rata del contratto per i diritti audiovisivi si è fatto di tutto per far tornare in campo le squadre, sia pure a porte chiuse, tra non poche incertezze sul rischio di contagi per i tesserati e l’obbligo di quarantena per tutto il gruppo in caso in cui anche un solo tesserato contragga il coronavirus.
Insomma, si naviga a vista, forti del protocollo approvato ieri dal Cts, ma che non assicura infallibilità alcuna. Per questo motivo, il ministro Spadafora ha assicurato che, durante l’incontro di ieri, la FIGC ha prospettato un “piano B” ed anche un “piano C” in caso di un nuovo stop. In pratica, il primo consiste nel far disputare i play-off ed i play-out; il secondo porterebbe invece a cristallizzare la classifica nel caso non si possa più giocare.