BUENOS AIRES – Sono parole che fanno male quelle che Juan Alberto “Beto” Barbas ha pronunciato in un’intervista al quotidiano argentino El Clarìn. L’ex regista del Lecce, che in giallorosso ha militato dal 1985 al 1990 totalizzando 149 presenze e 27 gol, ha ammesso di non trascorrere un periodo particolarmente felice, a causa del coronavirus che sta creando non pochi problemi anche in Argentina dove Barbas vive e che gli impedisce di lavorare e percepire un regolare stipendio con cui mantenersi dignitosamente. Nessun lusso da vecchia gloria, nessun conto in banca che gli permetta una vita tranquilla ed agiata.

I guadagni non certo miliardari di quand’era un calciatore capace di vincere un Mondiale Under 20 nel 1979 in Giappone insieme a Diego Armando Maradona e di giocare in Spagna nel Real Saragozza ed in Italia nel Lecce di Jurlano e Cataldo sono ormai un ricordo. Il presente dei Barbas è oscuro ed ha un nemico ben più temibile degli avversari di allora: la depressione. Nell’articolo si legge: “Passo ore e ore a pensare, a volte mi prende la depressione. A volte mi chiedo cosa dirò al proprietario dell’appartamento, come farò ad andare al supermercato, cosa mangerò la sera. Spesso ceno solo con un thè e con qualche galletta”. 

L’indimenticato idolo dei tifosi leccesi, a cui qualche anno fa è stato dedicato anche un murale che campeggia nel popolare Quartiere Stadio, ha poi aggiunto: “Vivo di quello che guadagno all’Almirante Brown (formazione di quinta categoria dell’area metropolitana di Buenos Aires) e ho bisogno di uno stipendio per mangiare. Ci sono molte persone che stanno vivendo momenti peggiori, lo so, ma questa è la mia realtà. Molti credono che io abbia fatto fortuna, ma i soldi di una volta non sono quelli di adesso. Mi sono bastati per vivere bene e comprare una bella casa, dove vivono la mia ex moglie e mia figlia. Solo quello. Quindi ora ho bisogno di lavorare per pagare l’affitto e mangiare”.

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