LECCE – Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, come sempre non le manda a dire ed è molto schietto nelle affermazioni: “Chi si prende il rischio di far ripartire il calcio se il rischio non è zero? L’atleta? Il club? Il governo? Bisogna partire al momento giusto e con il protocollo ideale“.

Lo stesso Tommasi poi aggiunge: “Essere favorevoli o contrari alla ripresa è una discussione che lascia il tempo che trova: oggi ci mancano alcuni elementi. Non abbiamo alcune risposte e questo genera incertezza, mancano le date. Il protocollo è pensato per la ripresa degli allenamenti, ma non per le partite ufficiali, per i viaggi, gli spostamenti, le trasferte e l’incrocio di due squadre“.

Gli fa eco il vicepresidente Aic, Umberto Calcagno, che aggiunge: “La responsabilità che abbiamo come sistema, oltre innanzitutto al bene primario della salute, è che non ripartire a livello apicale significa creare danno a cascata a livello generale, soprattutto sulle categorie minori come la Lega Pro e i Dilettanti, dove ci sono molti ragazzi e ragazze, che sono professionisti di fatto, che vivono di calcio. Stiamo creando un fondo solidaristico per tutelare queste categorie perché non possiamo permetterci che siano proprio i soggetti più deboli a pagare il prezzo più alto“.

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