LECCE – Tutti gli esseri umani hanno due caratteristiche comuni: tutti sono nati e tutti un giorno dovranno dire addio alla vita terrena. In pochi si soffermano sulle circostanze della venuta al mondo, mentre la dipartita è un evento a cui non si può e non si sa sottrarsi, ma viene vista come un momento che suscita un umano spavento. In particolare in questo periodo caratterizzato dalla diffusione in tutto il mondo del coronavirus che tanti lutti e tanti mutamenti sta portando alla vita di ciascuno di noi.
Ma la morte non è che un mutamento, un passaggio ad una nuova forma di esistenza. Come sia questa esistenza non ci è dato di sapere, ma talvolta sembra quasi di intravederla quando ci si sofferma a considerare la grande mente universale che governa il mondo, della quale in tutti noi esiste un frammento che la religione chiama “anima“, un frammento indistruttibile perché un tutt’uno con essa. Certo, i dubbi sono tanti, difficile avere una sicurezza, difficile trovare una soluzione, ma la realtà ci dice che il buio non esiste, che le tenebre sono un’illusione e che la luce sconfigge le ombre.
Il grande insegnamento della Pasqua è un messaggio di speranza, la resurrezione di Gesù attesta che la morte è transizione e non è la fine di tutto, ma il passaggio ad una nuova vita, la morte non è una porta nera, ma è un ponte luminoso verso una nuova vita.
Ma non solo. Ciò che rende veramente grande l’Uomo è la sua capacità di non perdere mai la speranza. Questa caratteristica è l’arma in più per superare fasi critiche come l’attuale, segnata da tante morti e tanto dolore. Una speranza che aiuta a guardare comunque al domani con fiducia, certi che il messaggio della Resurrezione possa dare a ciascuno di noi la forza di resistere e aspettare che tutto torni, per quanto mai possibile, come prima di questa pandemia.