LECCE – I Campionati Europei di calcio, originariamente in programma dal 12 giugno prossimo, slittano di un anno a causa della pandemia da coronavirus. Lo ha ufficializzato oggi la Uefa, riunitasi in videoconferenza con i rappresentanti delle 55 federazioni affiliate, i dirigenti dell’Associazione dei club continentali e delle Leghe e un rappresentante della federazione dei calciatori.

Lo slittamento di un anno, soluzione indicata dalla maggior parte degli addetti ai lavori come unica soluzione per salvare la stagione in corso interrotta a causa del Covid19, permetterà ai singoli campionati di completare la stagione interrotta a causa dell’emergenza sanitaria. Le date indicate per il prossimo anno dovrebbero prevedere il via al torneo l’11 giugno 2021, con la finale esattamente un mese dopo, l’11 luglio.

Per quanto riguarda i vari campionati si è orientati a lavorare su varie ipotesi: la più ottimistica anche se difficilmente realizzabile prevede la ripartenza dei tornei per il 14 aprile, mentre la più pessimistica opterebbe per l’inizio di giugno, con la conclusione a luglio inoltrato, sempre che le condizioni sanitarie lo consentano.

Per quanto riguarda le Coppe c’è l’ipotesi di riprendere l’Europa League il 30 aprile e la Champions League il 5 maggio, con finali a fine giugno (ipotesi 27 per la Champions). Saranno create due commissioni: una finanziaria per le conseguenze dell’effetto coronavirus ed una organizzativa per studiare più ipotesi di calendario.

La salute dei tifosi, del personale e dei giocatori deve essere la nostra priorità numero uno e in questo spirito la Uefa ha presentato una gamma di opzioni in modo che le competizioni possano finire in questa stagione in sicurezza, sono orgoglioso della risposta dei miei colleghi nel calcio europeo“. Così si è espresso il presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin, che ha commentato la decisione di posticipare di un anno lo svolgimento degli Europei precisando che: “Lo spostamento ha un costo enorme, ma faremo del nostro meglio per garantire che i finanziamenti per il calcio di base e lo sviluppo del gioco nei nostri paesi non siano interessati“.

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