LECCE (di Gavino Coradduzza) – Il Lecce ha dimenticato in pochissimo tempo (sette giorni) tutte le cose buone e positive sciorinate al “Via del Mare” contro la “grande” Inter. E sì che il Verona non è la squadra di Conte, ma ha saputo giocare con più puntiglio e, diciamolo, con le qualità che il Lecce ha dimostrato di aver, stavolta, dimenticato. Prestazione incolore, quella dei giallorossi, costellata da errori di misura, e da carenza di creatività

Verona e Lecce galoppano fin dal fischio di avvio, ma lo fanno in maniera diversa: a sprazzi improvvisi i salentini, con maggior compattezza ed articolazione i veneti. Lapadula sfrutta immediatamente un madornale liscio di Faraoni, supera anche il portiere avversario in dribbling, ma spara su Rrahmani appostato sulla linea di porta. Tutto inutile: azione irregolare perché l’attaccante era in posizione iniziale di fuorigioco

Partita vivace, dunque, che Liverani ha scelto di giocare riconfermando quasi per intero gli equilibri apprezzati contro l’Inter; ad asistere Babacar (che tutto farà meno che l’attaccante) c’è il già citato Lapadula. Il Verona è più ragionatore che incisivo anche perchè il Lecce lo argina limitandone la pericolosità. Un secco sinistro dai sedici metri di Verre (11°) si perde sfiorando il palo, e subito dopo Tachtsidis conquista il “giallo” per un fallo su Amrabat che lo aveva seminato poco fuori l’area di rigore…

Queste improvvise accelerazioni degli avanti scaligeri tengono costantemente sulla corda Lucioni, Rossettini e compagni che si impegnano a dovere ma non riescono ad evitare di commettere il solito peccato originale: il gol da palla inattiva… Su corner, al 19°, arriva il solito colpo di testa vincente con il solito inserimento di un difensore (Dawidowicz) che di testa batte Gabriel

Visto che la reazione giallorossa stenta a materializzarsi, il Verona continua a giocare dall’alto di una condizione psico-fisica che il Lecce dimostra di non avere e facendo sbandare non poco le retrovie della squadra di Liverani. Vigorito rileva l’infortunato Gabriel tra i pali, ma intanto il Verona gioca, crea, togliendo visibilità all’avversaria…

Il buon Lapadula, poco aiutato dal Khouma Babacar e malamente assistito da un centrocampo per ora alquanto anemico, canta e porta la croce, inesorabilmente annullato dai difensori avversari. Il raddoppio veneto matura così al 33° con una girata di testa di un solissimo ed indisturbato Pessina (toh, ancora lui…) sbucato in area di porta quasi fosse l’uomo invisibile e sfuggito a Donati e Dell’Orco…

A due minuti due dall’intervallo Liverani sostituisce Lucioni con Majer; probabilmente ha individuato nel centrocampo l’odierno punto debole della sua squadra; dunque cerca di rinforzarlo togliendo un centrale difensivo a favore di un centrocampista. Ed è proprio Majer, due minuti più avanti, a pizziccare la traversa con un violento sinistro proprio mentre incombe l’intervallo, dunque il 2-0 non cambia…

Si riprende con la stessa solfa: i giropalla dei difensori e centrocampisti di Juric fa girare a vuoto i dirimpetai giallorossi ai quali non riesce proprio di imbastire qualcosa che incoraggi la speranza di una rimonta. Il Verona, forte del risultato e di una condizione psico-fisica invidiabile, ostenta molta sicurezza nei propri mezzi e crea occasioni su occasioni. Sono gli scaligeri a costringere al secondo fallo da cartellino giallo (espulsione per lui) Dell’Orco che nulla può fare contro un avversario che gli sguscia con irridente facilità…

A 20′ dal termine si conclude la presenza (in campo) di Babacar: Liverani lo alterna con Meccariello, ma la partita, per dirla con chiarezza e fuori dai denti, è ormai andata, ancor prima che maturasse l’inferiorità numerica. Il Verona dilaga e triplica nel finale con Pazzini (fresco subentrato) su calcio di rigore (42°) procurato da Vigorito in disperata uscita su Amrabat. Partita da dimenticare? Direi di no. Anzi è da ricordare, da analizzare e possibilmente rimediare…

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