LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Il Lecce, approdato nuovamente in Serie A dopo 7 anni bui e difficili nelle serie inferiori, sta disputando un campionato eccellente, in linea con le più rosee aspettative di società e dei tifosi più fedeli che ben conoscono i sacrifici e le difficoltà incontrate dall’addio del gruppo Semeraro in poi per tornare nel calcio che conta.
Una doppia impresa che è stata compiuta da mister Liverani e da un gruppo di giocatori da cui il tecnico ha saputo (oggi come allora) trarre il meglio, ed anche più di ciò che potevano dare, ottenendo il doppio salto dalla Serie C alla A per esclusivi meriti propri. Nessuno ha regalato alcunché a questa squadra e, per cercare di mantenere la categoria, la dirigenza giallorossa in estate non ha lesinato risorse per rinforzare un organico oggettivamente inesperto e non all’altezza delle sfide con i tanto decantati campioni dei club metropolitani o delle habitué della massima divisione.
Il Ds Mauro Meluso ha investito ingenti somme che gli sono state messe a disposizione per puntellare l’attacco e rendere più equilibrati sia la difesa che il centrocampo. Gli arrivi in ordine di tempo di Lapadula, Farias e Babacar dovevano colmare lì davanti il gap con la concorrenza e assicurare al Lecce quelle reti per ambire a mantenere la categoria.
Col passare delle settimane, infortuni e rendimenti altalenanti di numerosi tra quelli ed altri acquisti hanno costretto il tecnico a schierare quasi per intero la stessa formazione che giocava titolare in Serie B, agguantando lo stesso risultati straordinari se raffrontati col valore economico di calciatori poco noti al pubblico di Serie A.
La “vecchia guardia” è dunque risultata all’altezza della situazione, ottenendo vittorie e pareggi che tengono fuori dalla zona caldissima questo Lecce ancora in attesa di disporre dei suoi pezzi da novanta a pieno regime.
Gente come Calderoni, Petriccione, Tabanelli, Majer, Falco e La Mantia, solo per citare qualche nome, sta tenendo a galla i giallorossi pur con tutti i limiti che possono accusare, ma ci mettono un cuore e una voglia grandi così.
Liverani si affida ai suoi fedelissimi perché la reciproca conoscenza e il sapere cosa lui chiede loro in campo aiuta a recuperare situazioni complicate come successo con Genoa o Cagliari, in cui si è rimontato un doppio svantaggio, giusto per limitarsi agli episodi più recenti giocati al “Via del Mare“.
Ciò che invece ancora difetta è il supporto di qualche big che ancora non pare del tutto integrato con schemi tattici e visione di gioco del tecnico romano. Il caso-Babacar è deflagrato roboante al momento della sostituzione al 4′ del secondo tempo della gara contro i liguri. I fischi di tutto lo stadio all’indirizzo dell’ex Sassuolo hanno conclamato il difficile rapporto tra fasce sempre crescenti dell’ambiente leccese e giocatore, a cui in tanti rimproverano un presunto arrivo a Lecce a muso storto nell’ultimo giorno di mercato, anche se non è certo l’unico ad aver deluso finora la piazza.
L’umiliazione di un cambio in corsa ad inizio ripresa è sembrata quasi una punizione coram populo che spiace per l’attaccante, ma che è stata logica conseguenza di un rendimento ben al di sotto della sufficienza e di vecchie ruggini (leggi rigori tolti a Mancosu e poi sbagliati o il gol fallito a Firenze) oggi sbattute in faccia dell’attaccante senegalese in malo modo, anche se sta attraversando un periodo difficile per sua stessa ammissione affidata ai social.
Lo stato di forma psicofisica di El Khouma Babacar è dunque un problema che si deve risolvere per il bene della squadra e la compattezza dello spogliatoio. La cifra investita per portarlo in giallorosso è ingente, anche più di quanto speso per Farias. Ma almeno l’ex Empoli ha fatto registrare un graduale crescendo che offre valide alternative al suo tecnico.
Se è vero che l’usato garantito sta portando avanti la carretta e che è sempre più garanzia di rendimento e punti, non si può però chiedergli di sopperire al contributo che sta mancando da parte di chi è stato portato a Lecce per aiutare il gruppo a crescere e migliorare. Il tempo per ripianare questa situazione c’è tutto, a patto che le parti in causa vogliano remare nella stessa direzione. All’orizzonte c’è la sfida diretta a Brescia e le assenze forzate che il Lecce lamenterà obbligano tutti a dare il proprio contributo senza guardare al proprio orticello ma al bene comune.