LECCE – El Khouma Babacar ha già giocato e segnato sabato sera con addosso la casacca giallorossa nell’amichevole che il Lecce ha disputato col Cosenza. Oggi è stato presentato ufficialmente a stampa e tifosi dal presidente Sticchi Damiani.
Queste le sue prime dichiarazioni ufficiali: “Arrivo a Lecce dopo aver parlato col mio procuratore a cui avevo anticipato la scelta di giocare qui se non fossi andato all’estero. A prescindere dal fatto se a Torino giocherò o meno, sarà una partita importante non solo per me, ma per tutta la squadra. Andremo lì per vincere, anche se non sarà facile. Io darò il massimo a livello personale da qui alla fine della stagione. Le parole di stima di Prandelli? Il mister mi conosce benissimo. Lo considero come un padre che mi ha fatto esordire in prima squadra e le ricorderò per tutta la vita. Il mio impiego tattico? Schierato con un’altra punta a fianco o da solo sono scelte che spettano a mister Liverani. Io sono a sua totale disposizione. Calcisticamente somiglio a Drogba e Weah. Mi piace agire da prima punta, ma mi trovo bene anche da esterno sinistro per rientrare e calciare. Quante reti potrò segnare? Dico solo che il mio gol è la salvezza del Lecce. Il numero 30? Diciamo che è una scelta casuale… In realtà è un segreto che non ho mai detto nessuno“.
Il neo-arttaccante giallorosso ha poi aggiunto: “Dei nuovi compagni conosco già Farias, Rispoli, Dell’Orco e Lo Faso. Mi sento a casa. Tutti mi hanno accolto con grande disponibilità. Sono a disposizione del mister anche se giocassi per un solo minuto. Perciò non conta il fatto di non essere ancora al top della condizione. Com’è giocare con Falco accanto? È un grandissimo giocatore e Liverani ci darà sempre una mano a convivere al meglio. Ci darà anche lui tante soddisfazioni. Il razzismo nel calcio italiano? In campo non do retta a chi vuol rovinare il calcio. Vado avanti per la mia strada ma posso assicurare che non tutti i tifosi sono così. Si potrebbe risolvere ma forse non si fa abbastanza. Col Cosenza è stato un test soprattutto per noi nuovi. Da un po’ non mi allenavo con la squadra e questa settimana di allenamenti in più nelle gambe si vedrà. Il salto per diventare un top player è legato alla continuità. Giocare a singhiozzo non aiuta tanto. Ecco perché ho scelto Lecce proprio per fare quel salto finora mancato. Liverani me lo ricordo dai tempi di Firenze quando giocavo le amichevoli con la Primavera viola. È stato bello ritrovarlo a Lecce. Ha idee di gioco sue che a noi faranno molto comodo se riusciremo ad entrare in quei meccanismi”.