LECCE – Ed anche Gianluca Lapadula è stato presentato ufficialmente stamane alla stampa. Dopo Vera, Benzar, Shakhov, Gabriel e Rossettini, oggi è toccato all’ultimo arrivato in ordine di tempo in casa-Lecce fare la conoscenza dei giornalisti locali e parlare per la prima volta da giallorosso.
L’attaccante torinese arriva a Lecce (città che conosce bene viste le origini del padre nel Brindisino, così come apprezza il pasticciotto) in prestito, ma la società di via Costadura dovrà rispettare l’opzione che prevede l’obbligo del suo acquisto in caso di raggiungimento della salvezza a fine stagione.
Un elemento esperto, che ha bisogno di rilanciarsi dopo un paio di campionati poco esaltanti con la casacca del Genoa. Caratteristiche che hanno spinto il Direttore Sportivo Mauro Meluso (che lo ha avuto all’epoca della sua esperienza nel Frosinone) a puntare dritto su di lui e convincere mister Fabio Liverani della bontà dell’operazione. La trattativa per portarlo in giallorosso è stata veloce, con Meluso che ha raggiunto l’abitazione di Lapadula a Torino e trovato l’accordo con i suoi agenti Gianluca Libertazzi e Gianluca Romano.
“Ho scelto Lecce senza alcun problema. Conosco e apprezzo la città, come pure i suoi abitanti. Da quando sono arrivato non ho pagato ancora un caffè… Arrivo in una squadra che ho visto giocare e che pratica un buon calcio. Liverani l’ho conosciuto in aeroporto a Roma. Avevamo lo stesso volo per tornare nel Salento e abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Voglio dimostrare a tutti qual è il vero Lapadula: in me convivono il calciatore che ha fatto benissimo a Pescara, così come quello che ha avuto problemi nel Milan e nel Genoa. Ho avuto la fortuna di conoscere il grande calcio, ma le delusioni ricevute lo sono state altrettanto. Al Lecce ed ai suoi tifosi non mi sento di fare promesse, ma di impegnarmi al massimo e tornare a dare il meglio di me stesso, anche perché quest’anno non soffro di infortuni. Il mio ruolo? Non è un problema… Il 4-3-1-2 di Liverani esalta le mie caratteristiche. Posso giocare prima o seconda punta, come pure da trequartista. Conosco già tra i miei nuovi compagni Gabriel, Falco, La Mantia e Rossettini, ma contro molti di loro ci ho giocato in passato. Il numero di maglia? Chi ha vinto un campionato e fatto sognare una città merita di avere la precedenza nella scelta. Ne ho portati tanti in carriera e alcuni pure ‘pesanti’. Sceglieremo in ritiro. Intanto, non vedo l’ora di allenarmi oggi pomeriggio per conoscere tutta la squadra. Burak Yilmaz? Più una rosa è ampia e meglio è. Potremmo convivere benissimo…”