LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Reparto per reparto prima e poi per ciascun calciatore del Lecce, analizziamo il percorso stagionale in questo campionato dei protagonisti della meritata ed avvincente rincorsa alla promozione finale in Serie A:
DIFESA: 7,5
Le 46 reti finali incassate fanno di quella leccese la quinta squadra più ermetica della Serie B. Non proprio un reparto imperforabile, ma capace comunque di mantenere un saldo attivo grazie alla differenza con le segnature fatte (66). Lucioni e Meccariello sono i portabandiera del reparto arretrato, in cui merita una menzione anche lo stakanovista Calderoni.
CENTROCAMPO: 9
La vera forza di questo Lecce risiede nell’organizzazione tattica che ha saputo costruire nei mesi mister Liverani. Si era partiti con ben altri obiettivi ed altri protagonisti ma, in corso d’opera, il reparto è stato puntellato e rinforzato, con elementi in cerca di riscatto, riuscendo ad ovviare anche ad infortuni e imprevisti che hanno messo a dura prova la tenuta fisica dei protagonisti. Ad imporsi sono in particolare la grinta di capitan Mancosu, la regia di Tachtsidis, l’estro e il sorriso di Tabanelli, la duttilità di Petriccione ed Arrigoni, con Majer gradita sorpresae Scavone preziosa pedina recuperata giusto in tempo per la festa dell’11 maggio.
ATTACCO: 8,5
L’esplosione di Andrea La Mantia, il rendimento in crescita di Filippo Falco e le reti messe a segno soprattutto nella prima parte di stagione da Simone Palombi hanno garantito alla squadra giallorossa un cospicuo numero di gol all’attivo. Il Lecce chiude i conti sfoggiando il secondo miglior attacco della Serie B con i suoi 66 centri.
TUTTI I PROTAGONISTI:
Mauro VIGORITO: Arrivato in estate tra lo scetticismo di chi avrebbe preferito la riconferma di Perucchini, ha portato alla formazione salentina l’entusiasmo di un campionato vinto col Frosinone l’anno prima e l’esperienza di un veterano, grazie ai suoi 29 anni ancora da compiere. Su di lui Liverani e Meluso hanno puntato per garantire al Lecce un portiere che se la cavasse con il pallone tra i piedi. Qualche sfortunato episodio è costato in termini di punti lasciati per strada, ma quelli portati a casa, alla fine, sono nettamente di più. VOTO: 8
Marco BLEVE: Rientrato dal prestito alla Ternana, ha recitato al meglio il ruolo di “secondo”, facendosi trovare comunque pronto e reattivo quando il suo allenatore lo ha chiamato in causa. Due le partite da titolare (a Venezia e col Carpi) sulle cinque presenze totali in stagione che ha potuto ritagliarsi quando il compagno titolare di reparto è stato indisponibile per squalifica, espulsione o infortuni. Dopo la partenza di Checco Lepore è rimasto l’unico a portare in alto la bandiera del Salento nel Lecce. VOTO: 6,5
Cesare BOVO: Questa non è stata certamente una stagione particolarmente fortunata per lui. È tornato a Lecce dopo ben 14 anni dalla sua ultima esperienza con la maglia giallorossa. Nelle intenzioni della dirigenza, che gli ha fatto firmare un contratto annuale, doveva garantire alla difesa esperienza e duttilità tattica. Una serie di infortuni ne ha però limitato la disponibilità, assistendo alla maggior parte del campionato dalla tribuna o dalla panchina. VOTO: 6
Fabio LUCIONI: Rappresenta il fiore all’occhiello della campagna acquisti estiva del Lecce. Portato alla corte di mister Liverani dall’abilità diplomatica del presidente Saverio Sticchi Damiani, l’ex capitano del Benevento ha lasciato la squadra con cui ha conosciuto la Serie A per tentare la nuova avventura con il club di Via Costadura. La crescita esponenziale del gruppo lo ha portato a gennaio a rifiutare le offerte allettanti del Sassuolo e restare in B per centrare il salto di categoria con i suoi compagni. Una scommessa coraggiosa, che ben si addice al suo carattere ma alla fine, soprattutto, vinta. E ora gli toccherà pedalare per 350 chilometri per mantenere fede alla promessa fatta… VOTO: 9
Biagio MECCARIELLO: In cerca di rivincite personali dopo che il Brescia ha preferito non puntare ancora su di lui, a Lecce ha trovato stimoli ed ambiente giusti per arrivare ad essere un tassello fondamentale della difesa giallorossa. L’iniziale ricerca della migliore linea da schierare lo ha portato a volte a restare panchina ma, partita dopo partita, è diventato titolare fisso, facendosi apprezzare nel momento del bisogno anche come esterno. VOTO: 7,5
Marco CALDERONI: Di sicuro nei test spirometrici è tra i giocatori con capacità polmonari da record. Ha macinato centinaia di chilometri sulla fascia mancina dello scacchiere tattico di Liverani, sfiancandosi in discese a tutto campo alla ricerca di cross per la testa di La Mantia e compagni. Un moto perpetuo che in fase di possesso si è rivelato spesso un’arma vincente, concedendo ovviamente qualcosa in fase di marcatura. Ha dovuto mordere il freno nella fase cruciale della stagione a causa di un infortunio muscolare patito a Cremona e ripresentatosi col Carpi, ma poi è stato presente nell’ultimo sforzo stagionale. VOTO: 8
Lorenzo VENUTI: Ha iniziato questo campionato con piglio sbarazzino. Il Lecce lo ha scelto nonostante la precedente annata col Benevento chiusa con la retrocessione in Cadetteria, ma con la certezza che le notizie positive che circolano sul suo conto fossero più che legittime. La Fiorentina ne detiene il cartellino, sintomo che su di lui ci sono grandi aspettative. A Lecce ha trovato la giusta dimensione per realizzare ciò che Liverani chiede agli esterni di difesa. La precisione al cross non è propriamente da top player, ma la corsa che ha garantito invece sì. Nella memoria dei più resterà il salvataggio sulla linea nel match finale con lo Spezia che ha cambiato inerzia al match. VOTO: 7,5
Riccardo FIAMOZZI: Avvio di campionato col botto per l’ex Genoa che a Lecce pareva in grado di giocare una stagione da protagonista. La crescita esponenziale di Calderoni e Venuti lo ha via, via portato ad essere relegato dal suo allenatore tra le seconde scelte, finché un infortunio lo ha costretto a restare a lungo fuori dalla prima squadra, impedendogli di partecipare dal campo alle imprese dei compagni. VOTO: 6
Antonio MARINO: Dopo aver scritto il suo nome tra quelli che hanno vinto il girone C di Serie C nello scorso torneo, è rimasto nel Salento per giocarsi le sue chance anche tra i Cadetti. Consapevole di non essere una prima scelta al momento di decidere la formazione ufficiale, si è sempre allenato con professionalità e scrupolo, senza fare polemiche e facendosi trovare sempre pronto all’occorrenza a giocare anche in ruoli non suoi. Qualche sbavatura commessa in alcune gare è stata controbilanciata da un atteggiamento comunque positivo. VOTO: 7
Davide RICCARDI: Il Lecce ha puntato su di lui già dalla passata stagione, quando lo ha riscattato ed aspettato dopo l’infortunio ad un ginocchio e la successiva operazione che lo ha tenuto fermo per diversi mesi. Alla prima da titolare nella piena emergenza di Perugia si è fatto trovare in forma e pimpante come nei giorni migliori. I compagni più esperti gli hanno fatto da chioccia, permettendogli di imparare tanto anche in allenamento. VOTO: 6,5
Ciccio COSENZA: Uno dei pochissimi reduci della favolosa cavalcata dello scorso anno che ha permesso al Lecce di festeggiare il ritorno in B dopo sei stagioni di C. Ha voluto restare in questa squadra pur consapevole che lo spazio per lui era precluso da tanti altri compagni. Appena 4 le presenze, ma sempre come anima dello spogliatoio leccese, che mette sul piatto della bilancia a suo favore il grande amore per questi colori e questa città, trasferendo ai nuovi arrivati le indicazioni per far innamorare i tifosi giallorossi che ai propri beniamini chiedono impegno e serietà. Doti che a lui non difettano. VOTO: 7
Andrea ARRIGONI: Dopo l’addio a gennaio di Lepore è diventato lui il capitano del Lecce. Nella prima parte di stagione ha giocato con maggiore continuità, assicurando la solita abnegazione alla causa giallorossa. Col passare delle settimane e la rimodellata disposizione tattica del centrocampo, è rimasto più spesso in panchina, cedendo la fascia a Mancosu. Ogni volta in cui è stato chiamato a dare una mano e portare a casa un risultato non si è mai tirato indietro ed ha brillato anche come centrale di difesa quando infortuni e squalifiche hanno decimato la retroguardia salentina. VOTO: 7,5
Jacopo PETRICCIONE: Al suo arrivo in giallorosso, i tifosi lo avevano ribattezzato il “Modric del Salento”. Somiglianze a parte, di sicuro resterà nella storia del Lecce per aver segnato il primo gol (secondo stagionale) contro lo Spezia nell’ultima giornata di campionato che ha spianato la strada al successo valso poi la Serie A. Il rendimento altissimo che ha saputo mantenere nel corso dei mesi ne ha fatto un elemento di caratura tecnica di categoria superiore. Duttile e indomabile, ha volentieri preso sulle spalle il peso della mediana e giocato gare di gran spessore. L’arrivo di Tachtsidis gli ha creato qualche ovvio imbarazzo al momento di cambiare ruolo, ma giusto il tempo di familiarizzare con la nuova posizione e tutto è filato liscio. VOTO: 8
Manuel SCAVONE: Più che il bel giocatore che ha confermato di essere, purtroppo nella memoria dei più resta il drammatico incidente di gioco in Lecce-Ascoli che lo ha tolto a Liverani dal 1° febbraio per oltre tre mesi. Fino ad allora si era dimostrato pedina tatticamente importantissima per il centrocampo salentino a cui ha assicurato copertura in fase di non possesso e ottimi inserimenti in zona-gol. Aver potuto brindare ad una nuova promozione, dopo quella dello scorso anno col Parma, è stato più che giusto e meritato. VOTO: 7
Panagiotis TACHTSIDIS: Arrivato a gennaio tra i giudizi poco edificanti di qualcuno che lo considerava un calciatore finito, imbolsito da sei mesi di inattività a Nottingham e non più in grado di giocare a certi livelli, si è preso con autorevolezza le chiavi del centrocampo giallorosso, crescendo di condizione settimana dopo settimana. Il suo temperamento e le sue giocate altamente spettacolari, redditizie e capaci di strappare applausi a scena aperta da parte degli esteti del calcio sono stati la ciliegina sulla torta che hanno accresciuto il tasso tecnico del gruppo. Interprete perfetto per il quadrilatero centrale che detta tempi di costruzione della manovra e controllo degli avversari. VOTO: 8,5
Zan MAJER: Altro arrivo in punta di piedi per il Lecce, abile a pescare nella lista degli svincolati e portare nel Salento il mediano sloveno dopo l’infortunio di Scavone. Un innesto che ha permesso a Liverani di giostrare gli uomini a sua disposizione in una fase cruciale del campionato, cercando la giusta amalgama per non snaturare le caratteristiche tattiche della formazione leccese, presentando una linea mediana sempre combattiva e reattiva. VOTO: 7,5
Thom HAYE: L’ambientamento dal calcio olandese della Eredivisie a quello italiano della Serie B non è certo stato semplice. Arrivato a Lecce per provare a sfondare come trequartista, ha dovuto ambientarsi, familiarizzare con la lingua italiana ed i nuovi compagni. Pur tra inevitabili alti e bassi, ha trovato modo di rendersi comunque utile alla causa. VOTO: 6,5
Andrea TABANELLI: La sua avventura è sempre stata all’insegna del sorriso capace di fugare qualsiasi negatività. Quest’anno ha pure trovato una condizione accettabile di forma e gli infortuni lo hanno tormentato meno di quanto fosse abituato negli ultimi anni. È così tornato quel “Taba” capace di ubriacare gli avversari con finte e giocate di classe, che si era attirato le attenzioni dei grandi club nazionali. Liverani e Meluso lo hanno aspettato e lui li ha ripagati con prestazioni convincenti, sia pure non tutte da titolare, ma impreziosite da gol mai banali. Indimenticabile quello al Brescia nello scontro diretto. VOTO: 8
Marco MANCOSU: Giù il cappello per il capitano. La fascia al braccio lo ha responsabilizzato ancor di più e fatto diventare asse portante dell’impalcatura tattica del Lecce edizione 2018/’19. Ha attirato a gennaio le attenzioni della Serie A, in particolare del “suo” Cagliari, ma alla fine è rimasto anche lui a Lecce convinto di guadagnarsi sul campo la serie superiore e da protagonista. Le 13 reti realizzate ne fanno il secondo miglior marcatore dei giallorossi, con conseguente record personale di segnature in un campionato. La sua malleabilità tattica ha fatto trovare al tecnico quel trequartista tanto cercato e mai arrivato, pur non essendo il suo ruolo naturale. VOTO: 9
Filippo FALCO: Diamante non più grezzo, ma vero gioiello della rosa giallorossa. Da salentino di Pulsano sente più di altri il peso di indossare la maglia del Lecce, soprattutto dopo essere tornato in quel club che aveva lasciato non senza turbolenze sette anni prima. Liverani lo ha saputo plasmare, aiutandolo a crescere grazie ai suoi consigli e lo ha portato a diventare imprescindibile per la formazione leccese. Agendo da trequartista aggiunto e sovrapponendosi a Mancosu ha dato al gioco della sua squadra imprevedibilità e scarsi punti di riferimento per gli avversari. Beniamino dei tifosi si è definitivamente consacrato quale talento puro. VOTO: 8,5
Andrea LA MANTIA: Ecco una delle più grandi sorprese e scommesse vinte dal club giallorosso. Su di lui si è puntato forte la scorsa estate e, dopo un periodo di ambientamento fisiologico, l’ex Entella ha saputo prendersi il ruolo di prim’attore del reparto d’attacco del Lecce, arrivando a superare anche il suo record di reti in una sola stagione. La crescita esponenziale ed un carattere schietto e genuino ne hanno fatto uno dei calciatori più amati dal popolo giallorosso. È lui il bomber in assoluto grazie alle 17 reti totali segnate, molte delle quali decisive. Non poteva mancare la sua firma nell’ultima partita finita in trionfo e così è stato. VOTO: 9
Simone PALOMBI: Liverani crede molto nelle sue potenzialità e lo ha voluto nel Lecce rifondato in estate per somigliare a quella impalcatura tattica che aveva in mente fin dal suo arrivo nel Salento. Ha vissuto una prima parte di stagione da protagonista, mettendo a segno gol importanti e doppiette che lo hanno portato ad essere uno dei cannonieri di questo gruppo. Tuttavia, alcuni acciacchi ne hanno limitato la crescita ed è apparso involuto al momento del suo rientro in squadra. VOTO: 6,5
Marco TUMMINELLO: Su di lui c’erano grosse aspettative al momento dello sbarco in maglia giallorossa dalla Serie A dove militava con l’Atalanta-rivelazione di Gasperini. Il club orobico lo ha mandato a Lecce per fargli fare minutaggio, visto che in casacca nerazzurra era chiuso da molti compagni e non aveva mai trovato modo di giocare. In questa esperienza ha però trovato pochissimo spazio e collezionato solo spezzoni di partite, mettendo a segno una sola rete e centrando un palo nel 4-1 sul Carpi. VOTO: 6
Fabio LIVERANI: Questa è la sua creatura. Una squadra rifondata ex novo dopo la vittoria del campionato di Serie C, arrivata nonostante un subentro in corsa dopo le dimissioni di Roberto Rizzo. Allora aveva dovuto gestire un gruppo non formato in base a sue indicazioni. Neppure a gennaio si era riusciti a puntellarlo esattamente secondo i suoi dettami tattici. Al contrario, in sintonia con il Ds Meluso, lo scorso calciomercato estivo gli ha permesso di costruire una rosa tutta nuova, con all’interno pochi elementi della precedente cavalcata, che si sono ulteriormente ridotti alla riapertura della finestra invernale della campagna acquisti e cessioni. A gennaio, quando la classifica era già lusinghiera, ecco che le operazioni chirurgiche messe a segno per far fare al Lecce il salto di qualità hanno portato i frutti sperati, non senza qualche difficoltà fisiologica da affrontare nell’arco di questi otto mesi. Il Lecce è sbarcato nuovamente in Serie A dopo 7 anni e ora potrà giocarsela ancora col suo condottiero che ha sposato il progetto della società prolungando il contratto fino al 2022. VOTO: 9
U.S. LECCE: In chiusura, diamo un voto anche all’intera società che con capacità di programmazione da categoria superiore ha saputo rifondare un gruppo che aveva chiuso al primo posto il campionato di Serie C, allestendo lo stesso una rosa che si è rivelata un mix vincente di gente che un torneo cadetto lo aveva già conquistato e calciatori in cerca di rivincite professionali e personali. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il Lecce è tornato dopo una sola stagione in Serie A ed ha soprattutto rinsaldato il rapporto con i tifosi che hanno ripreso a stare più vicini alla squadra. Il nodo-stadio è il prossimo ostacolo da superare per non partire nel prossimo campionato con un handicap immeritato, che potrebbe togliere risorse all’allestimento della futura formazione. Un nome su tutti porta in alto i colori di questo club ed è il collante di una cordata soprattutto leccese: Saverio Sticchi Damiani. VOTO: 10