LECCE (di Gavino Coradduzza) – Davvero malridotto il Verona di Fabio Grosso; il Lecce  ne mette a nudo la precaria consistenza pur considerando le numerose assenze che hanno falcidiato gli scaligeri: i giallorossi, partiti con qualche cautela, sono poi andati man mano crescendo in consapevolezza e qualità

Ad accendere le polveri (6°) è una sontuosa accelerazione di Andrea La Mantia (oggi e non solo oggi in stato di grazia): la sua conclusione di prima intenzione costringe il portiere avversario Sillvestri a smanacciare in calcio d’angolo…

Squadre alquanto compassate; si manovra nella ricerca del lungo ed improvviso fendente a beneficio delle punte. La vivacità di Falco (stenta un po’ ma poi entra in partita a pieno regime) impreziosisce i temi per ora abbastanza monotoni e scontati. Di buon spessore una improvvisa ripartenza veronese stoppata in area (19°) ed il successivo colpo di testa di La Mantia, ben neutralzzato dal portiere ospite…

La partita si vivacizza progressivamente pur non riuscendo, le due formazioni, a ricucire a pieno il gioco tra i reparti. Ci prova con maggior insistenza il Lecce che tuttavia, con Petriccione pendente sulla destra e Majer in cerca di una posizione, si industria molto nella ricerca di temi risolutivi; le buone intenzini  e qualche insidioso sussulto, tengono comunque il Verona sul chi vive…

Marco Mancosu gravita a sinistra e, dopo un avvio guardingo, comincia a presidiare ogni zona del campo: lo si scopre al tiro, in raccordo, in disimpegno e a presidio difensivo (bentornato, Marco). Ed è proprio dalla fascia sinistra che, di sinistro, fa spiovere la palla all’altezza del secondo palo dove La Mantia si arrampica in cielo e di testa fa secco il portiere veneto per l’1-0.

È in qualche modo un gol liberatore, ma è soprattutto un gran bel gol che oltre a consegnare il vantaggio ai giallorossi, regala manate di scioltezza e di tranquillità alla squadra e ai suoi tifosi…

Finisce la prima frazione e si rientra in campo con il vantaggio nello zaino e con tanta voglia di dare consistenza numerica al risultato.

Infatti, al minuto 7 Petriccione pennella una palla inattiva su cui Lucioni arriva come una catapulta fulminando di testa il portiere gialloblù: è 2-0. Con il secondo gol spariscono definitivamente le scorie che in qualche misura avevano condizionato l’undici di Liverani; riappare la brillantezza dei giorni buoni, mentre il Verona si accartoccia progressivamente.

Il 3-0 sembra aleggiare nell’aria: ci prova più volte Mancosu, poi tenta anche un tonico Filippo Falco, così come il bomber La Mantia (ora sono 10 i gol per lui) è sempre una faina in agguato. Al Verona viene sottratta anche l’ipotesi di accorciare le distanze. Lo farà nei minuti di recupero non per proprio merito, ma per una scellerata autorete di Vigorito

L’uscita dal campo di Majer a beneficio di Arrigoni, non cambia l’assetto della squadra che di tanto in tanto ha bisogno di rifiatare, senza tuttavia concedere qualcosa agli uomini di Grosso (nel frattempo espulso per plateali proteste). Esce anche La Mantia lasciando compiti e ruolo a Saraniti, mentre l’ingresso di Marino per falco serve solo a far scorrere il cronometro…

Sulla prestazione del Verona ha certamente pesato la dozzina di assenze alcune delle quali di elementi di prima scelta; ma ciò non toglie molto alla prestazione di un Lecce che con questa vittoria cancella l’amaro ricordo di Cittadella. Tre punti che rappresentano davvero un buon viatico per l’immediata trasferta di Palermo dove, in agguato, ci sarà una squadra stordita e inferocita dopo la bastonata subita a Crotone…

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