LECCE (di Pierpaolo Sergio) – I tifosi giallorossi devono farci il callo: questo Lecce è forte e spettacolare, ma fa vivere con superflue ed inaspettate palpitazioni ogni gara che gioca. Anche all’Arechi si è vista all’opera una macchina quasi perfetta, schierata da Liverani (graziato dalla squalifica ed in panchina) con sagacia tecnica e capace di dominare per un’ora una Salernitana pur reduce dal successo a Palermo. Ma ad un tratto ecco che Mancosu e compagni sono tornati ad essere troppo narcisi per chiudere senza affanni la contesa, ripetendo gli errori già commessi in passato.

Massimiliano Allegri, allenatore che da anni detta legge in Italia ed in Europa, di recente ha detto che alla sua Juventus manca l’abitudine ad “uccidere” l’avversario in difficoltà. Che sia lo stesso “virus” che ha contagiato anche questo Lecce?

I 3 punti arrivati ancora una volta da una trasferta giocata col piglio della grande squadra hanno rischiato di ridursi ad uno soltanto per la cronica tendenza a tirare i remi in barca e concedere all’antagonista di turno la possibilità di rientrare in gara. Un difetto che stride col bel gioco proposto, con la capacità di far girare palla a terra e annichilire con una manovra ariosa e mai banale i dirimpettai.

Finché le cose vanno bene, si dirà, ben venga… Ma non è certamente un “vizio” su cui mister Liverani può chiudere un occhio. Il campo ha spesso dimostrato una netta superiorità dei giallorossi nei confronti degli avversari, ma se la classifica non è ancor più lusinghiera è soprattutto per propri demeriti. Tra gol falliti e poi subiti, si allunga la lista delle sfide al cardiopalmo per chi assiste dalle tribune o davanti agli schermi.

Ma è giusto dar risalto anche alle note positive, che non sono poche. Il Lecce si gode, ad esempio, un attacco che continua a segnare pur in un ondivago rendimento e precaria condizione dei suoi interpreti che, a turno, accusano qualche acciacco. In più, c’è da segnalare la classe e le giocate di Panagiotis Tachtsidis, regista sopraffino che si sta dimostrando in grado di poter fare la differenza, nonostante non sia ancora al top della forma fisica.

C’è poi il ritrovato Marco Mancosu, tornato a vestire i panni del leader di questo gruppo e che all’Arechi ha segnato un altro gol dei suoi, festeggiando degnamente le 100 presenze con la maglia del Lecce.

L’aria di altissima classifica che i giallorossi continuano a respirare sta inebriando tifosi e società, che sognano sempre più un doppio salto come avvenne più di vent’anni fa per il Lecce di Giampiero Ventura. L’entusiamo è contagioso e la squadra salentina può ora contare su un calendario che appare favorevole per proseguire nella marcia spediata.

highlights Benevento-Lecce 3-3Ma la conditio sine qua non per continuare è volare è riuscire a trovare una costanza di rendimento e di concentrazione per tutta la durata di ogni partita. Non si chiede certo la perfezione ad un gruppo rinnovato ex novo in estate, ma di saper esaltare le potenzialità intrinseche che fanno di questa squadra più di una rivelazione.

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