LECCE – Come ogni anno, a Lecce la Befana arriva in carcere qualche giorno dopo rispetto alla data ufficiale del 6 gennaio, per una grande festa dei bambini e dei loro genitori. Da oggi, lunedì 14 gennaio, per quattro pomeriggi, torna nel Carcere di Borgo San Nicola il tradizionale appuntamento con la Festa della Befana per i figli dei detenuti e delle detenute, l’iniziativa giunta alla sua ventunesima edizione è promossa dall’associazione di volontariato carcerario Comunità Speranza e sostenuta dalla Direzione Penitenziaria come occasione per celebrare un momento di festa che riunisce e coinvolge tutta la famiglia. Come di consueto i pomeriggi saranno animati da attività, giochi e spettacoli – in collaborazione con il gruppo dell’Oratorio don Bosco di Campi Salentina e l’associazione Fermenti Lattici – e si concluderanno con la consegna di oltre 300 calze, che verranno distribuite ai bambini durante gli incontri.
La Befana arriva nel carcere di Lecce
Grande festa per i bambini e dei loro genitori, da oggi e per quattro pomeriggi, nel Carcere di Borgo San Nicola.
L’iniziativa solidale è sostenuta da associazioni, parrocchie, uffici, volontari del territorio, che hanno contribuito alla raccolta dei dolciumi che riempiranno le calze, particolarmente generoso è stato il contributo della Parrocchia San Bernardino Realino di Lecce, della Pro Loco di Surbo e della CGIL provinciale, oltre che del Comitato Promotore per il Club per l’UNESCO di Lecce.
“La Festa della Befana in Carcere, organizzata ogni anno da Comunità Speranza, è un’iniziativa che va in direzione di una maggiore attenzione che l’Istituto vuole rivolgere ai bambini che fanno visita al proprio genitore detenuto – afferma la direttrice Rita Russo – Ci stiamo impegnando affichè i piccoli visitatori (centinaia ogni settimana) arrivino in un luogo non ostile, lo stiamo facendo attrezzando il carcere con spazi e occasioni per i bambini e per le loro famiglie, sposando convintamente proposte e progetti in collaborazione con associazioni ed enti pubblici e privati. Crediamo nella tutela dell’infanzia e nella riconnessione famigliare come potente fattore di riabilitazione sociale dei nostri detenuti“.
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