LECCE (di Sofia Barone, Benedetta Fasiello, Syria Schipa)* – Il ministro della Pubblica Istruzione Marco Bussetti nei giorni scorsi ha invitato i docenti italiani a diminuire il carico di compiti assegnati per le vacanze natalizie, venendo così incontro in particolare a quelle famiglie che trascorrono poco tempo con i propri figli.

Molto spesso, gli studenti considerano quel fardello gravoso, a causa di esercizi noiosi e monotoni, che magari andrebbero sostituiti con la lettura di romanzi, libri, giornali e quant’altro possa servire a mantenere acceso il loro interesse.

Leggere, infatti, apporta numerosi vantaggi: stimola l’immaginazione delle giovani menti, educandole alla sensibilità, inoltre risulta un esercizio efficace per l’apprendimento di nuovi argomenti. Gli studenti devono leggere di tutto, privilegiando ciò che colpisce la loro attenzione e curiosità, poiché proprio la curiosità di conoscere rende più appetibile la lettura.

A nostro parere, sarebbe piuttosto conveniente fare un ripasso generale nei primi giorni di scuola al rientro dalle vacanze, per cercare di colmare le eventuali lacune e rinfrescare le conoscenze già consolidate.

Quindi, per questo Natale, sarebbe auspicabile l’assegnazione di letture di libri, giornali, fumetti e tutto ciò che suscita reale interesse.

I pareri riguardo alle parole del ministro sono discordanti. Contraria l’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, la quale afferma: “I compiti per le vacanze vanno dati in dosi di ragionevolezza e sensibilità che non mancano al corpo docente italiano. E poiché i compiti li devono fare davvero i ragazzi e non i genitori, la ‘quantità’ deve essere sostenibile e compatibile con un periodo che è comunque da dedicare al riposo e alla famiglia“.

L’ex ministro ha lanciato, in conclusione, anche un messaggio ai ragazzi: “Non me ne vorranno gli studenti, ai quali faccio fin d’ora i migliori auguri di Buon Natale, ma anche durante le vacanze ci si prepara ad affrontare gli impegni della vita. Che non sempre rispettano le ferie“.

Invece, chi è d’accordo è il ministro dell’Interno Matteo Salvini, secondo il quale, più compiti si danno, con meno voglia vengono fatti dagli studenti. Il vicepremier ha poi puntualizzato: “Vedo che se a mio figlio gli dai sei libri da leggere, dice ‘che palle’. Mentre se gliene dai due, lo fa”.

Allargando la prospettiva, il problema dei compiti non dovrebbe limitarsi al fatto se sia utile o meno darne tanti o pochi per le vacanze natalizie. L’invito di Marco Bussetti dovrebbe magari portare all’attenzione dei genitori e degli insegnanti l’importanza per i ragazzi che ha il trascorrere del tempo in famiglia, coltivando la propria vita al di fuori delle mura scolastiche.

Questa problematica andrebbe inoltre estesa all’intero anno scolastico, nei fine settimana e nelle festività in generale, con una conseguente modifica nella didattica delle scuole primarie e secondarie italiane.

Bisognerebbe permettere agli studenti di sfruttare di più le ore in classe, dove sono maggiormente concentrati e hanno a disposizione l’aiuto degli insegnanti. In tal modo, a casa i ragazzi si potrebbero dedicare di più alla famiglia, al riposo psicofisico, allo sport e agli hobby, mentre in aula agli insegnanti (e non sono pochi quelli che i compiti li hanno già assegnati…) competerebbe una maggiore responsabilità nel processo di apprendimento.

*Articolo realizzato dalle alunne del Liceo Classico e Musicale “Palmieri” di Lecce nell’ambito del progetto di alternanza scuola/lavoro previsto dalla Legge 107/2015

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