Lo Stadio “Cabassi” di Carpi

LECCE – Non sarà una sfida normale per molti e c’entrano poco i numerosi tifosi che coloreranno di giallorosso le tribune dello stadio “Cabassi“. Carpi-Lecce non è un incrocio normale, e, ancora, non c’entrano nulla i rapporti tra le tifoserie. Carpi-Lecce fu il simbolo della cocente iniziazione che la squadra salentina subì in Lega Pro, con la finale play-off caratterizzata dal trionfo degli emiliani, che l’anno dopo conquistarono addirittura la Serie A.

Molto si è detto e si sa degli ultimi minuti della famigerata finale al “Via del Mare“, epilogo infausto della corta guida tecnica di Elio Gustinetti, ma i numeri, e gli altri ricordi, delle sfide giocate al “Cabassi” non rallegrano di certo chi ha il Lecce nel cuore.

Franco Lerda

Il 16 dicembre 2012 il Lecce di Franco Lerda si arrendeva al gol di Rachid Arma e, nonostante le rassicurazioni dell’allora presidente Savino Tesoro, il passo falso fu solo l’anticamera dell’esonero dell’allenatore piemontese, ufficializzato due giornate dopo, dopo il 3-1 subito a San Marino con mattatore Doumbia (e lì si aprirebbe un’altra storia). Quella partita si ricorda anche per l’espulsione-lampo di Guillermo Giacomazzi, entrato al 38′, ammonito al 40′ ed uscito dal campo dopo il cartellino rosso rimediato al 43′.

Il “Cabassi” fu amarissimo anche in occasione della finale play-off d’andata. Il Lecce, fresco di vittoria in semifinale contro la Virtus Entella, rese visita ai biancorossi. Risultato? Ancora un 1-0. A decidere l’incontro fu l’autogol di Tomi su punizione di Kabine. In verità, a recriminare furono i padroni di casa, che colpirono due pali con Gagliolo, oggi in A al Parma, e Poli. Dell’1-1 nel Salento sette giorni dopo si è già detto.

Ora, spazio al presente. L’ultimo legame col passato è forse il modo in cui le due squadre si presentano alla partita. Come nel 2012, il Lecce sembrava favorito sul Carpi, allora habitué della Serie C. Oggi, la banda Liverani è terza in classifica a 22 punti; dall’altra parte, i biancorossi sono terzultimi a quota 10. Il distacco di 12 lunghezze tra anticamera del paradiso e inferno del torneo suggerisce decisamente di non fare troppo affidamento sulla graduatoria.

Fabrizio Castori

Il Carpi paga decisamente l’avvio al rallentatore. La società biancorossa in estate aveva affidato la panchina a Marcello Chezzi, ex Savona in Serie D. Gli zero punti in tre partite (ko con Foggia, Cittadella e Verona) hanno propiziato il ritorno di Fabrizio Castori, l’uomo della storica Serie A. Il tecnico marchigiano ha macinato lentamente punti e lo score della sua terza gestione carpigiana parla di 2 vittorie (in trasferta), 3 pareggi e 3 sconfitte.

La squadra è reduce dal periodo più positivo della stagione. Castori non perde da tre partite e Jelenic ha prolungato la striscia positiva a 3 match. La ricetta? Un contratto ma non fisso 4-1-4-1, dove il monito principale è non prenderle per poi ripartire grazie agli esterni veloci. Anche l’ammazza-Lecce Fabio Brini giocava così e, curiosità, domenica potrebbero giocare tre elementi che conquistarono la Serie B a scapito dei giallorossi. La difesa è ancora comandata da Fabrizio Poli (29). A centrocampo ci sono Lorenzo Pasciuti (29), che col Carpi ha fatto anche la D, e Fabio Concas (32), una freccia a destra recuperata dopo la squalifica per positività alla cocaina.

Alessio Sabbione

Il 4-1-4-1 di Castori ha ballottaggi in difesa e attacco. Suagher dovrebbe sostituire lo squalificato Sabbione e, a sinistra, Pezzi si gioca il posto con Buongiono. L’altro nodo da sciogliere è la prima punta: Mokulu o Arrighini? Con Machach da recuperare a centrocampo, spazio alle conferme. Mbaye ad agire da schermo, Pasciuti a fare l’equilibratore e Jelenic al centro con licenza d’offendere e successiva trasformazione in 4-2-3-1 offensivo. L’alternativa per irrobustire la mediana è Di Noia, con Jelenic dirottato sulla fascia a scambiarsi con il dirimpettaio Concas (o Piscitella). Il tecnico però potrebbe anche stupire chiudendo le corsie con Pasciuti a sinistra e Arrighini nelle vesti di trequartista arretrato. Staremo a vedere.

Mehdi Kabine, qui con la maglia del Campodarsego

Concludiamo con una curiosità un po’ amara. È vero, non fa parte degli incroci Carpi-Lecce, ma tutti i tifosi leccesi ricorderanno Mejdi Kabine, l’uomo che bucò la barriera e i sogni del “Via del Mare” il 16 giugno 2013 per diventare colui che cambiò la storia del Carpi in 15 giorni. Oggi 34enne, gioca in D al Cjarlins Muzane (squadra di Carlino, 2775 anime, in provincia d Udine). E Tomi? Sempre in D, ma a Prato. Altri tempi, ora quei sogni bucati stanno riprendendo vita.

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