LECCE (di Gavino Coradduzza) – Vince bene il Lecce; vince anche facile, mettendo numericamente alle corde un Verona ritenuto spauracchio per via della posizione di capoclassifica. Ma sono proprio i veneti a doversi rammaricare con sé stessi per aver sprecato, nel corso del primo tempo, un paio di clamorose occasioni per indirizzare la partita verso lidi diversi…
Arcigno e pronto a discutere di gioco e di risultato, il Lecce si propone immediatamente dettando lo spartito del confronto con una diecina di minuti di presenza totale in campo; ma dopo questa bella sfuriata iniziale, il Verona comincia a ritrovarsi, sfruttando prevalentemente la sua fascia destra dove Calderoni appare un tantino superficiale se non distratto; è da quel settore del campo che al 14° il Verona crea la prima pericolosissima situazione da gol quasi fatto con Laribi, ma Vigorito risponde alla grande…
È un campanello d’allarme ed infatti fioccano i salvataggi in angolo. ll Verona insiste ed al 20° crea ancora una occasione stellare sprecandola malamente. Ma è sempre dalle parti di Calderoni che il Verona trova terreno friabile e lì insiste senza tuttavia inquadrare la porta giallorossa. La posizione più avanzata di Mancosu gli consente di esprimere (33°) giocate come il cross “al bacio”, pennellato per la testa di Tabanelli: ottima girata di testa, ma il portiere scaligero si oppone con un ottimo colpo di reni…
Marco Mancosu è… il solito Mancosu; si posiziona al limite dell’area, in agguato,e spara a rete una cannonata casualmente deviata: “Pazienza – penserà il sardo – ci riproverò!” Andatevi allora a vedere che cosa disegna con la palla, per crossare e servire con precisione millimetrica La Mantia che al 46′ realizza con un tocco da un paio di metri dalla linea di porta: architettura calcistica!
Il prevalente possesso palla degli scaligeri ha dunque prodotto occasioni limpide, ma non il gol, mentre il Lecce ha saputo capitalizzare al meglio le inesauribili qualità di capitan Mancosu e dei suoi compagni…
La ripresa non fa registrare grandi pagine di calcio; il Verona schiuma rabbia, spera di evitare la seconda consecutiva sconfitta e carica a testa bassa e ad occhi chiusi, andando regolarmente a sbattere contro la giudiziosa difesa giallorossa ottimamente protetta da un centrocampo elastico, puntuale e vigile…
Alla torta approntata da Mancosu e rifinita da La Mantia manca la classica ciliegina, eccola! Ad una ventina di minuti dal fischio finale, quel diavolo di Mancosu riceve l’ennesima palla; la guida morbidamente per qualche metro con il sinistro e, sempre di sinistro, aziona il bottone di sparo che fa partire un missile indirizzato dalle parti del “sette”. Giu il cappello; un gol bellissimo come i tanti cui ci ha abituati!
Il Verona già abbastanza arruffone, diventa nervoso, si disunisce ulteriormente, balbetta calcio e tende ad una definitiva evaporazione e dunque sollecita una conseguenziale domanda: ma come ha fatto questa squadra a guidare fino ad oggi la classifica? Ce lo spiegherà, forse, il divino Otelma…
Per chiudere, mettiamoci anche l’occasione non sfruttata da Palombi che vanifica un 3-0 che sarebbe stato forse eccessiva punizione per la capolista. Vincere da quelle parti significa andare ben oltre i tre punti da incollare in classifica; significa aver trovato quella complessiva quadratura che ora non si può cervelloticamente disperdere…