LECCE (di Italo Aromolo) – Sogno o son desto? Nell’hangover di ebbrezza e stupore per la magica notte di Verona c’è spazio per un piccolo record che premia il Lecce e la sua difesa oltre i confini nazionali. Si tratta dell’imbattibilità del portiere nei primi tempi delle gare fin qui giocate: Benevento, Salernitana, Ascoli, Venezia, Livorno, Cittadella e Verona hanno dovuto aspettare i 45 minuti finali per elemosinare qualche gol.

Vuoi per la fortuna di una traversa interna a negare la rete (ad Ascoli), vuoi per la bravura felina di un estremo come Mauro Vigorito (a Verona) o per la mira sbilenca di un avversario (Diamanti a Livorno, con Marco Bleve in porta), i salentini possono vantarsi in lungo e in largo dello speciale clean sheet: nessuno ci è riuscito in Serie A, Serie BLiga, Bundesliga, Premier League e Ligue 1. Bisogna scendere nella seconda serie tedesca (il Furth) e spagnola (il Granada e l’Alcorcón) per trovare squadre ancora a lenzuola pulite.

Il borsino del reparto difensivo giallorosso è decisamente in attivo in questo inizio di campionato: l’esperienza di Bovo, la rapidità di Meccariello e Venuti, il fisico di Lucioni e la corsa di Calderoni hanno composto un puzzle che pare davvero completo e che ha forse nella insufficienza di centimetri (media altezza di 182) l’unico tassello mancante, progenitore con la “compagna” disattenzione dei troppi gol subiti su palle alte (5 su 8).

Si può dunque guardare al futuro con gli occhi della fiducia e della positività, in attesa di un elemento di qualità come Riccardi, ancora ai box per infortunio, con la certezza di avere già alle spalle le trasferte contro gli attacchi stellari di Verona e Benevento e con la consapevolezza che il solco per crescere ancora è tracciato.

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