LECCE (di Italo Aromolo) – La rimonta subita a Benevento da 0-3 a 3-3 ne è l’ennesima dimostrazione: il tifo per il Lecce è un atto di fede che non scende a compromessi, passando necessariamente dal giogo della sofferenza e della passione per il raggiungimento degli obbiettivi. Chi segue questa squadra lo sa e ne va fiero: ogni successo è garantito dal sudore e dal pieno merito sportivo, mentre mettersi a dondolare sul livello di guardia può significare prestare il fianco a plumbei destini e amare masticate. Ma va bene così, anzi forse se ne è perversamente attratti, altrimenti quella maglia giallorossa non sposerebbe il destino del popolo che identifica: emergere da un contesto difficile con grande fatica per piccole, inorgoglienti, conquiste. Il calcio è un gioco di metafore e anche la partita lo è: non è la prima volta che questi ribaltamenti di risultato hanno cambiato l’esito di un match già scritto in favore dei giallorossi.
LECCE-MILAN 3-4– Era il 23 ottobre 2011 quando si è consumata quella che si può ritenere, a buon diritto, la più clamorosa rimonta nella storia del Lecce e una delle più celebri del calcio italiano. In un clima surreale determinato dalla notizia della morte del pilota motociclistico Marco Simoncelli, avvenuta poche ore prima del fischio d’inizio durante il Gran Premio della Malesia, sul red carpet del “Via del Mare” è pronto a sfilare il Milan campione d’Italia, guidato da Massimiliano Allegri. Ma di fronte a nomi roboanti come Zlatan Ibrahimovic, Alessandro Nesta e, caso ha voluto, lo stesso Antonio Nocerino presente lunedì nella mediana del Benevento, la scena della prima frazione è tutta per il Lecce di mister Eusebio Di Francesco, che si porta sul triplo vantaggio grazie ai gol di Giacomazzi, Oddo (rigore) e Grossmuller. Il popolo di casa è incredulo per un risultato dalle proporzioni mai udite, ma ad interrompere l’esperienza di stupefacenza collettiva ci pensa il neo-entrato Kevin-Prince Boateng: un fendente all’inizio del secondo sigla il 3-1, la riaccensione delle speranze rossonere traina il 2-3, mentre la serpeggiante paura tra i tifosi giallorossi si fa realtà con la tripletta servita. A completare la rimonta è il difensore Mario Yepes, che di testa realizza il gol 3-4 ad una manciata di minuti dal termine. La partita entrerà nel folklore calcistico anche grazie all’interpretazione che ne ha dato il telecronista tifoso del Milan, Tiziano Crudeli: il video delle sue esclamazioni di esultanza ad ogni gol ha raggiunto circa 2 milioni di visualizzazioni su YouTube ed è tuttora il più popolare della piattaforma indicizzando l’Unione Sportiva Lecce.
PORDENONE-LECCE 3-2– Decisamente meno rilevante ma altrettanto kafkiana in termini sportivi la gara di Coppa Italia giocata lo scorso agosto a Pordenone e costata l’eliminazione dei giallorossi dalla competizione. Il Lecce è in pieno possesso del match addirittura fino all’80°, quando conduce per 2-0 grazie alla doppietta di Matteo Di Piazza. A questo punto una singolare coincidenza tattica con la partita di Benevento innesca la rimonta: mister Robertino Rizzo decide di inserire il centrale Mirko Drudi passando alla difesa a 3, la squadra si rintana nella propria metà campo esponendosi alla folate pordenonesi che si concretizzano e uno, con Raffini, e due, con Burrai, e tre, al novantesimo, con Parodi di testa su cross da calcio d’angolo.
IL PASSATO REMOTO– Per il resto, l’archivio storico dell’U.S.Lecce è piuttosto scarno di capovolgimenti di punteggio così netti: dal 1984 oggi solo in due occasioni la formazione salentina ha perso la contesa facendosi rimontare due gol di vantaggio. Accadde nel campionato di Serie B 1994/’95 per mano dell’Udinese, che si impose per 3-2 vanificando le reti leccesi di Olive e Pittalis, e contro il Cesena nel campionato di Serie A 1988/’89, quando l’undici di Carletto Mazzone non seppe conservare il doppio vantaggio siglato da Benedetti e Pasculli. Dalla fondazione dell’Unione Sportiva Lecce ad oggi sono invece 19 le gare terminate con il risultato di 3-3, ma Benevento-Lecce entra di prepotenza negli annali del club di Via Costadura come la prima a farlo partendo dal parziale di 3-0 per i salentini: dopo oltre un secolo di calcio c’è ancora tempo per scrivere imprese da raccontare ai posteri e incidere, nel bene e nel male, nuovi ed emozionanti record.