LECCE – Sì, lo stiamo pensando tutti, anche chi scrive, accecato ancora dalla rabbia ma soprattutto deluso come un bambino pronto a leccare quel gelato tanto ambito e promesso dopo anni di diete che poi cade rovinosamente a terra durante la leccata più sostanziosa. Per chi si fosse imbattuto per caso o magari no in questa pagina, qui si parla soprattutto di calcio e ieri, per la prima giornata di Serie B (BKT, pardon…) si sono incontrate due formazioni con la maglia giallorossa. Una, per l’occasione in maglia bianca, vinceva 0-3 in casa dell’altra, sulla carta molto più forte. Alla fine, però, quella con la maglia giallorossa, più forte e davanti al pubblico amico, ha recuperato la partita, finita 3-3. Ma basta prefazioni, giungiamo al punto.

Il destinatario di molti improperi da parte dei tifosi del Lecce è stato il tecnico Fabio Liverani. Perchè? Semplice. Quando vinci 0-3, ti chiudi, abbassi il baricentro e alla fine pareggi 3-3, quantomeno, ci sta che qualcuno non sia d’accordo con la conduzione della partita.

L’undici del Lecce in campo a Benevento

Ma andiamo in ordine… Alla lettura delle formazioni nel prepartita, siamo ormai abituati alle scelte sorprendenti di Liverani, sempre intento a sovvertire i pronostii sull’undici titolare. A Benevento si è visto un atipico 4-3-1-2. Falco, da trequartista, passa in attacco con Pettinari e Mancosu diventa il trequartista muscolar-completo-intelligente di berettiana memoria. Ricordate Mario Beretta e la sua fissazione per il trequartista muscolare?

Il Lecce si è dimostrato aggressivo fin dai primi minuti, forse i padroni di casa non si immaginavano un approccio così da parte dei salentini. Anche se le prime conclusioni sono state di marca beneventana, con il passare dei minuti Arrigoni, Scavone, Mancosu e Petriccione hanno conquistato il centrocampo e messo in moto un arrembante Calderoni.

L’esultanza di Mancosu dopo lo 0-1

Apperò, pensavamo. Dopo aver immaginato una serata a limitare i danni, Marco Mancosu ci ha portato in vantaggio con una bomba delle sue. L’eclettico Filippo Falco si è costruito il raddoppio e Riccardo Fiamozzi (come Tiribocchi in quel di Messina), ha beffato il portiere avversario con il più strano dei tiri-cross. Prodigio tattico, Eden calcistico, orgasmo, sogno di una notte di fine estate. Erano già partiti i post celebrativi su facebook quando Liverani, 9 minuti dopo il tris di Fiamozzi, stava per mandare in campo Andrea La Mantia al posto di un Falco tarantolato. E poco importava se trenta secondi prima Volta aveva girato in gol un corner di Ricci.

La metamorfosi del Lecce, invece, cominciava già lì. Una squadra arrembante e tonica lasciava il posto ad un gruppo a cui era venuto d’un tratto il tennistico “braccino”, figlio della paura di vincere. Questo è il pensiero di tutti che, probabilmente, ha grossi elementi di verità. Inutile ricamarci sopra, lo stanno pensando quasi tutti. E fanno bene a pensarlo, ma andiamoci piano ancora.

L’abbraccio del Lecce dopo il gol di Falco

La trasformazione è continuata nel finale, mentre il Benevento prendeva ancor più fiducia: dentro Ciccio Cosenza, fuori Stefano Pettinari, e muro alzato dietro. Abbiamo capito che lasciare campo ad un Benevento in piena fiducia spinto dai propri tifosi non è stata una scelta vincente. Punto. Letto, confermato e sottoscritto.

Facile fare le scelte a posteriori. L’ingresso di Mino Chiricò? Forse sarebbe stato formidabile in contropiede, forse no. In questa sede non si fa il gioco del “se fosse successo…“, ma sta di fatto che La Mantia a partita in corso è stato impalpabile e, nel calo fisico della squadra, lo sprizzante Falco avrebbe potuto dire ancora qualcosa. Facile anche rievocare i cambi dello scorso anno, con quegli 1-0 di Lega Pro difesi con le unghie e con i denti anche tra le mura amiche. Facile, sì, ma troppo. Sicuramente la rimontona beneventana sarà suonata come una bella sveglia: in B l’aria è diversa.

Ordunque, bisogna arrabbiarsi con Liverani o no? Sì, ma come ci si pone al figlio che, prima di fare una marachella, ci ha portato una pagella piena di bei voti. C’è tempo per gioire e ricordiamoci sempre che avremmo firmato per un pari in casa della corazzata Benevento. Ricordiamocelo tutti, non Liverani però…

Mentre Coda dal dischetto spiazzava Vigorito, il pensiero è andato alle dichiarazioni del primo Maurizio Sarri di Premier League, sponda Chelsea: “In Italia le partite sul 2-0 sono già finite”, diceva il tecnico neolondinese. Ecco, mentre Coda spiazzava Vigorito (autore di una paratissima che forse ha evitato il peggio), probabilmente Liverani avrà punzecchiato l’ex allenatore del Napoli.

Il ringraziamento del Lecce ai propri tifosi a fine partita

Anche se l’estate è quasi finita, a Lecce abbiamo tanta voglia di mangiare quel gelato che ieri ci è caduto nel momento più bello. Il mastro gelataio Liverani, probabilmente, avrà capito la lezione e la differenza con i prodotti serviti lo scorso anno? Si spera. E fa niente se il gelato ha il semplice, ma genuino gusto di un campionato tranquillo

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