LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Diventa sempre difficile stabilire se, dopo prestazioni come quella di ieri del Lecce sul campo del Benevento, il bicchiere sia da vedere mezzo pieno o mezzo vuoto. Di certo, questa squadra inedita, che nell’undici titolare aveva solo due dei protagonisti della promozione in Serie B (Arrigoni e Mancosu), ha regalato 70 minuti da sogno a tutti quei tifosi accorsi in massa al “Vigorito” per l’esordio in Cadetteria dei giallorossi, così come a tutti quelli che hanno seguito la sfida in streaming.
Alla vigilia del match, l’aprire la stagione da neopromossa in casa di una delle pretendenti al ritorno diretto in massima serie pareva impresa ardua, se non impossibile. Invece, il Lecce ha dimostrato di saper stare in campo con raziocinio, non sprecando mai il pallone, giocando palla a terra e cercando sempre la soluzione più redditizia. Tanta roba rispetto a quanto visto in Coppa Italia contro il Genoa e, soprattutto, tante facce nuove viste in campo rispetto ad allora.Gli avversari, al pari dei tifosi sanniti, hanno assistito increduli, annichiliti ed impotenti davanti al dominio leccese, concretizzatosi nei gol di Marco Mancosu, Filippo Falco e Riccardo Fiamozzi che parevano aver messo in cassaforte i primi e prestigiosi 3 punti del torneo, mentre già in redazione si pensava ai titoli da preparare per celebrare quell’impresa.
Proprio sul più bello, però, il Benevento ha trovato con Costa la prima rete sugli sviluppi di un corner. Un gol che ha ridato speranza ai giallorossi di mister Cristian Bucchi e fatto venire la tremarella a quelli di Fabio Liverani. E così, mentre il primo rimetteva in sesto con cambi azzeccatissimi una squadra abulica e mai in partita, il collega che sedeva sull’altra panchina decideva di gestire il vantaggio con sostituzioni che invece si sono dimostrate un boomerang. Un errore imperdonabille. Il Lecce, che fino ad allora stava dando una lezione di calcio al quotato avversario, rinculava pericolosamente e concedeva il fianco alle incurisioni disperate dei campani. Si perdevano quelle eleganti geometrie che avevano imbrigliato Coda e compagni, permettendo loro di riaprire le sorti dell’incontro ad una manciata di minuti dal 90°. L’uscita dal campo di Falco prima e Arrigoni poi ha determinato la metamorfosi in un Lecce timido e solo brutta copia di quello ammirato fino a quel punto.
Il passaggio alla difesa a 5, con Ciccio Cosenza mandato ad infoltire il reparto arretrato, bloccando gli esterni Calderoni e Fiamozzi in marcatura e schiacciando Scavone e Petriccione ai limiti dell’area, ha fatto sì che la squadra salentina abbassasse troppo il proprio baricentro. L’esito è noto. I giallorossi di casa hanno riacciuffato un pareggio e sfiorato la clamorosa vittoria, mentre il Lecce via via si faceva piccolo, piccolo.
Ma se queste sono state le lacune emerse negli ultimi 20 minuti di gara, bisogna pur guardare ai precedenti ed eccellenti 70. E lì il sorriso torna ad illuminare il viso dei tifosi leccesi, che in massa hanno seguito Arrigoni e compagni in trasferta. Ripartire da quelle note positive e lavorare sulle altre ben più dolenti. All’orizzonte si staglia già la sagoma della Salernitana che farà da banco di prova al carattere di questo rinnovatissimo gruppo che, però, sembra garantire ampi margini di crescita e tenuta.
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