LECCE (di Italo Aromolo) – Duecentodieci partite di campionato: tante ne ha dovute aspettare il Lecce per scontare la pena nel girone infernale della Serie C con gli ultimi novanta minuti contro la Paganese, che sono valsi il ritorno della formazione giallorossa nella serie cadetta. Duecentodieci partite vissute nel carcere psicologico della vittoria obbligata, contro avversari che al solo suono della parola “Lecce” decuplicavano energie fisiche e mentali in quella interpretata come la gara dell’anno: non è stato facile. Eppure in queste sei stagioni intrise di difficoltà si può ben dire che il Lecce abbia sempre mantenuto la sua dimensione, ovvero quella di club glorioso temuto da tutti e che non ha temuto nessuno, rispettando la propria storia con numeri d’onore: sono 400 esatti i punti conquistati in 210 partite, viaggiando alla media totale di 1,90 a partita e vincendo per 116 volte, ovvero più di una partita su due.

Un Lecce capace di emozionare sempre e comunque, ma, se dovessimo fare una selezione tra i picchi del decibelmetro delle esultanze, sceglieremmo i gol realizzati all’ultimo minuto: nella stagione in corso quello di Riccardi ad Andria ha evitato la prima sconfitta dell’era Liverani, due anni fu Caturano a completare una rimonta da 2-0 a 2-3 in trasferta contro la Juve Stabia, andando più indietro nel tempo risultarono decisivi quello di Doumbia al 92’ contro il Foggia (1-0 nell’aprile 2015) e quello di Bogliacino al 94’ contro la Salernitana nel 2014. Non meno fibrillanti le gare con più gol realizzati: Cosenza-Lecce 3-4, Lecce-Perugia 3-4 e Ascoli-Lecce 2-5.

Buona parte del merito di questi successi va al “Via del Mare” e alla forza che, vuoi per ragioni tecniche di ampiezza del campo vuoi per un supporto di pubblico d’altra categoria, l’arena del calcio leccese è riuscita a dare ai suoi gladiatori.  Tra le mura amiche le partite vinte sono infatti 73 su 105, la media punti si alza a 2,28 e le squadre corsare nel corso dei sei campionati si possono letteralmente contare sulle dita di due mani: nell’ordine Sudtirol, Trapani, L’Aquila, Catanzaro, Perugia, Martina Franca, Salernitana, F. Andria, Matera, Messina e Juve Stabia. In casa sono arrivate anche le vittorie più rotonde: il 5-0 al Lumezzane nella prima stagione, il 4-0 al Francavilla nell’ultima e un 4-0 al Catanzaro nel mezzo.

Non sono mancati, come ogni storia a lieto fine, i momenti difficili in cui l’antagonista sembra avere la meglio e la situazione per il  personaggio principale pare compromessa. E questi sono quasi sempre coincisi con le sconfitte più nette: Foggia-Lecce 3-0 segnò la frattura dei tifosi con l’allenatore Padalino, un’altra sconfitta a Foggia (4-0) costò la panchina ad Antonino Asta nella stessa annata in cui Benevento-Lecce 3-0 consegnò la promozione ai sanniti, mentre quest’anno Catania-Lecce 3-0 è stata la miccia che ha fatto esplodere il “caso” Rizzo costringendo il tecnico a rassegnare le dimissioni. Ne manca una, la prima, che forse fece più scalpore di tutti: il 2 dicembre 2012 giocatori di fama nazionale ed internazionale come Chevanton, Giacomazzi, Jeda e Benassi crollarono sotto i colpi di gran calcio della Feralpi Salò (4-0), società bresciana allora tra le formazioni più modeste del torneo e agli albori della sua storia nel professionismo.

Di seguito nel dettaglio statistiche generali e record del Lecce in Serie C dalla stagione 2012/’13 ad oggi (nelle puntate precedenti quelle di tifosi e calciatori/allenatori):

 

 

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