LECCE (di Italo Aromolo) – La fortuna di averla indossata, la forza di averla sorretta, ma soprattutto l’orgoglio di averla onorata: la maglia giallorossa del Lecce in questi sei anni di Serie C è stata motivo di vanto non solo per i tifosi, ma anche per i calciatori. Ne sono passati oltre centocinquanta dal 2012 ad oggi: alcuni come meteore disgregatesi nel tempo senza lasciare traccia, la maggior parte come discreti interpreti adatti alla categoria, davvero pochi i campioni entrati nella hall of fame per un legame fuori dal comune con questo club. Uomini glorificati dai numeri che vedono al primo posto per numero di presenze, con 131 in quattro campionati, un leccese doc assurgibile a uomo-simbolo dell’agonica cavalcata verso la Serie B: Checco Lepore. Sul podio seguono la velocità di Abdou Doumbia con 111 gettoni e i guantoni di Filippo Perucchini, per 96 volte a difesa della porta dei salentini.

Ad entrare nella memoria collettiva sono stati anche i bomber, il cui merito va oltre aver fatto vincere questa o quella partita e sconfina nell’aver creato modelli e sogni di emulazione tra i grandi ma soprattutto tra i più piccini. Che a Lecce per entrare del cuore della gente non serva elevarsi agli standard di popolarità nazionali ed europei ma basta sudare la maglia per la squadra della città lo ha dimostrato pienamente Salvatore Caturano, a cui va lo scettro di primo marcatore del Lecce in Serie C con 29 gol in due stagioni e mezzo: le sue 17 reti nella stagione 2015/’16, record nel singolo campionato nel periodo in questione, richiamano alla mente bomber del calibro di Ernesto Chevanton o Mirko Vucinic che a quelle cifre hanno abituato i tifosi in campionati ben più nobili come la Serie A.

Un altro uomo-immagine che ha legato al Lecce il suo nome (e la sua barba…) è stato Davide Moscardelli: a suon di genialità tecniche e invenzioni balistiche l’anti-divo per eccellenza si è guadagnato il secondo posto con 24 centri, di cui ricordiamo per spettacolarità la rovesciata contro l’Aversa Normanna e la torsione al volo da fuori area a Messina. Menzione di merito, infine, per gli unici calciatori che sono riusciti a realizzare una tripletta: Salvatore Foti in Lecce-Virtus Entella 4-2, Fabrizio Miccoli in Lecce-Pontedera 3-0, Dario Barraco in Prato-Lecce 0-3, Abdou Doumbia in Lecce-Ischia 3-0 e infine Giuseppe Torromino in Lecce-Francavilla 3-0.

Nel capitolo allenatori trovano spazio i caratteri, le idee di gioco, i moduli tattici e le capacità gestionali di ciascuno dei dodici alla guida del Lecce in Serie C: c’è Franco Lerda che con il suo maniacale perfezionismo di stampo piemontese s’è accomodato in panchina più volte di tutti, 61 nelle stagioni tra il 2012 e il 2014. Esaltazione iniziale e veleno nella coda riassumono l’avventura giallorossa di Pasquale Padalino, le cui 36 panchine della scorsa annata valgono il secondo posto per longevità. Ma il miglior record spetta di sicuro a Fabio Liverani ed è quello della media-punti più alta, pari a 2,09 a partita (appena sopra quella di mister Antonio Toma che si fermò a 2,08 il primo anno).

È proprio grazie all’ex giocatore di Lazio, Fiorentina e Palermo, al suo equilibrio in ogni contesto, alla sua innovazione e coraggio tattico nel riscoprire un ruolo decretato morto nel calcio moderno come quello del trequartista e farne anzi l’arma principale per scardinare le difese avversarie e vincere le partite, se oggi possiamo parlare del campionato in Serie C come storia del passato del Lecce le cui imprese appartengono solo ai libri di storia e alle ricerche d’archivio.

Di seguito nel dettaglio le statistiche e i record di calciatori e allenatori nel Lecce dalla stagione 2012/’13 ad oggi:

 

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