LECCE (di Arianna Longo)* – Ho avuto la possibilità e la fortuna di incontrare Erri De Luca, scrittore italiano apprezzato, letto e riletto da molte persone, in occasione della sua visita al Liceo Classico e Musicale “G. Palmieri’’ dello scorso 25 novembre. Non un incontro casuale, fugace, ma uno di quelli che danno ancora spazio alla speranza.
È venuto nel mio istituto per presentare la sua ultima fatica letteraria intitolata “Diavoli custodi” ma, in realtà, col solo intento di regalarci parole preziose, condividere parte della sua vita con noi studenti e, soprattutto, provare a rispondere alle nostre domande, ai nostri dubbi e alle nostre incertezze da neo-diciottenni. Mi sarebbe piaciuto che in tanti l’avessero potuto ascoltare, per aver modo di guardare i suoi occhi timidi ma sereni, limpidi, pieni di passione ed accogliere il suo invito ad “abbandonarsi” alla bellezza della vita.
Non gli piace essere chiamato maestro: “Solo Erri” – dice – “Maestro è un titolone”. L’Erri che nelle pagine dei suoi libri scrive di noi giovani, di ciò che uno sguardo gli imprime nel cuore: “Quel che imparo, lo imparo da voi e non custodisce per me materia di insegnamento, ma accumulo per la vita. Leggete e studiate tanto: un toccasana per il nostro sistema immunitario indebolito dall’ignoranza e dalla scontatezza. Conoscere ci aiuta a difenderci, a saper distinguere ciò che è vero da ciò che viene fatto passare per vero”.
Ho adorato questo autore, la sua persona, il suo pensiero, il suo essere attualissimo pur essendo vissuto in un’epoca (il secolo scorso) che non ci appartiene più fino in fondo e che a molti (me per prima) non è mai appartenuta, il suo sentire urgente la realizzazione di un mondo migliore, la sua idea di Arte; e se è vero che i social servono a qualcosa, condividiamo cose belle, che possano costituire una legge universale per tutti coloro che sono, come me, alla costante, continua e instancabile ricerca di una luce nel buio dell’indifferenza più totale. Perché, come dice lo stesso Erri, “tra tutti i sentimenti, quello che conosco meno è l’indifferenza. Finiremo di essere indifferenti quando inizieremo a saper reagire con consapevolezza e senza pensarci due volte, quando inizieremo ad essere attori della nostra vita e a non essere più spettatori di quello che scorre a pochi metri dai nostri occhi”.
*articolo realizzato dall’alunna Arianna Longo del Liceo Classico e Musicale “Palmieri” di Lecce per il progetto di alternanza scuola/lavoro previsto dalla Legge 105/2015