racing-fondi-lecce-formazioni-in-campoPERUGIA (di Luca Manna) – Ci eravamo lasciati dopo il pareggio di Fondi consapevoli di aver portato a casa un punto prezioso, un pareggio importante contro una squadra che, soprattutto fra le mura amiche, ha fatto e farà soffrire ogni avversario che affronterà. Ci ritroviamo a distanza di due settimane, di nuovo di fronte ad un pari esterno che questa volta, però, ci lascia l’amaro in bocca perché ottenuto contro un avversario decisamente inferiore e perché figlio dei primi 45 minuti assolutamente al di sotto degli standard che il Lecce può offrire e delle potenzialità di una squadra che, quando è al completo, ha numeri e mezzi per battere chiunque.

paganese-lecce-1-1-startNon bisogna assolutamente drammatizzare, la Serie C è un campionato insidiosissimo (lo sappiamo bene…), nel quale non esistono partite facili e scontate ed i risultati di Trapani e Catania, oltre ad averci tranquillizzati, sono la dimostrazione del teorema che in questa categoria nulla è scontato e tutto dipende dall’equilibrio fra continuità di prestazioni, risultati e concentrazione massima ogni settimana.

Il Lecce visto in campo ieri a Pagani non è stata la squadra che ci aspettavamo, soprattutto considerando le due settimane di lavoro senza l’assillo della partita ed il recupero di tutti gli elementi fuori per infortunio nelle partite precedenti. Soprattutto nel primo tempo i giallorossi sembravano aver pagato la sosta piuttosto che beneficiarne, non tanto dal punto di vista fisico, ma quanto da quello dell’approccio e della cattiveria agonistica, rimasta nello spogliatoio campano per larghi tratti. Il Lecce è una formazione fortissima ma, come tutte le squadre di alto livello, non deve mai “guardarsi allo specchio” e deve sempre giocare al 100% delle sue possibilità, perché contro di noi gli avversari tendono a gettare il cuore oltre l’ostacolo e perché appena tendiamo a concedere qualcosa, perdiamo in sicurezza e rischiamo più del dovuto.

PerucchiniIl secondo tempo di Pagani è stato difatti la dimostrazione che appena iniziamo a girare con la giusta tensione le partite ritornano ad essere “comandate” da noi e, nonostante qualche contropiede insidioso su cui Perucchini ha fatto egregiamente il suo dovere, avremmo potuto ribaltarla tranquillamente, magari anche con un piccolo aiuto della fortuna che al minuto 94 invece ci ha voltato nuovamente le spalle.

Resta inteso che il campionato è questo e che il Lecce non sarà mai la squadra ammazza-campionato che qualcuno vorrebbe e pertanto bisogna prendere questo punto e portarlo a casa guardando il bicchiere mezzo pieno di chi, con una giornata in meno da giocare, mantiene inalterate le distanze dalle più dirette inseguitrici.

liverani-a-catanzaroA fine match, Liverani ha fatto “outing” sulla prestazione e su alcune sue scelte, dimostrando lucidità e non fornendo abili alla scialba prestazione e anche questo sembra un cambio di rotta rispetto alle analisi spesso presuntuose delle scorse stagioni in cui molti nostri ex allenatori sembravano voler essere immuni da critiche o mugugni. Bisogna però stare attenti e non trasformare un pari amaro, ma che comunque non pregiudica nulla ed una brutta prestazione in una drammatica settimana di processi, perché seppur è vero che tutti ci aspettiamo di più e che siamo spaventati dal recente passato, non dobbiamo dimenticare che il Lecce è lì in testa, ci ha regalato prestazioni sontuose, non perde da mesi e, soprattutto, ha bisogno di sostegno e calore da tutti i suoi tifosi per lottare fino alla fine per la vittoria del campionato.

sciarpata-curva-nord-lecceEh sì signori miei, la notizia che vi voglio dare è forse ovvietà, ma non per tutti: il Lecce dovrà lottare, sudare e soffrire fino alla fine, perché il campionato non lo vincerà nessuno a febbraio e lo vincerà una sola squadra su tre a maggio. Tutti dovremo fare la nostra parte, mister e giocatori sui campi di allenamento ed in partita, società e Ds in fase di mercato (se opportuno) e noi sugli spalti e sui social, cercando di rendere il “Via del Mare” un catino infernale per gli avversari e contribuendo a rendere le settimane piene di entusiasmo e non di polemiche e rancori.

Questo non vuol dire che non si possa storcere il naso e suonare il campanello d’allarme dinanzi a prestazioni come quelle di ieri, ma vuol significare solamente che non si deve per forza esasperare gli animi con teorie complottistiche e affini e, soprattutto, cercando per forza il capro espiatorio di turno da massacrare senza un non si sa quale preciso motivo.

La sosta tanto attesa non ha portato, apparentemente e momentaneamente, i benefici attesi, ma sono sicuro che Liverani ed i ragazzi abbiano capito che non bisogna mai rilassarsi e che nel doppio turno casalingo rivedremo il Lecce che abbiamo imparato ad apprezzare, quello che sa soffrire e lottare e soprattutto vincere con rabbia ed ardore. A noi il compito di trascinarli, laddove possibile, riempiendo lo stadio e perdendo la voce, perché si gioca in 11, ma spesso si vince… in 12!

Commenti

1 commento

  1. Molto probabilmente non siamo una squadra forte… se vogliamo superare compagini mediocri come la Paganese o il Fondi che non tirano fuori il 150% delle loro potenzialità dobbiamo noi tirare fuori le palle e mettere sul campo il 200%…

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