LECCE – La doppia retrocessione dell’U.S. Lecce figlia della tentata combine nel derby Bari-Lecce del 15 maggio 2011 è una ferita ancora aperta per tutti i tifosi giallorossi, ma oggi la Corte d’Appello di Bari ha sancito per la prima volta che può esistere anche un “danno da passione sportiva tradita” e che, come tale, va risarcito. Nell’udienza che si è svolta nel capoluogo regionale, è stato riconosciuto a 170 supporters leccesi (su un totale di 260, contando anche quelli di fede barese) che si erano costituiti come parte civile (su invito degli avvocati Milli e Calabro) un risarcimento di 400 euro ciascuno che dovranno essere pagati insieme alle spese processuali dall’allora presidente della società salentina, Pierandrea Semeraro, e dall’imprenditore salentino Carlo Quarta, che erano accusati di frode sportiva.
La sentenza ha confermato la condanna ad un anno e sei mesi (pena sospesa) per i due imputati coinvolti nel tentativo di “aggiustare” il risultato del derby vinto sul campo per 2-0 dai giallorossi. Entrambi dovranno pagare anche una multa da 10.000 euro. Assolto, invece, Marcello Di Lorenzo, a cui erano stati inflitti 9 mesi in primo grado, per non aver commesso il fatto.