LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Il day after la mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali di Russia 2018 mantiene intatta la sensazione di incredulità e rabbia per il fallimento senza precedenti della Nazionale e di chi governa il disastrato baraccone del calcio nel nostro Paese. In ambito sportivo, quando le cose vanno male, si dice sempre che c’è un tempo per i processi, ma la domanda non certo retorica che viene in mente è: chi è nel caso che dovrebbe giudicare?
Le responsabilità di quella che venne definita, a livello di ipotesi di assenza dalla Coppa del Mondo, una “Apocalisse” da parte del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, e che ora è un’amara realtà, sono palesi. Ma può un imputato fare da giudice di se stesso? Si è mai visto in Italia qualcuno che detiene una qualsivoglia forma di potere rassegnare le dimissioni e lasciare la poltrona? Domani è stato convocato un summit in Federazione: vedremo. Intanto, il Ct Giampiero Ventura conferma di non voler rassegnare le dimissioni e attende tutt’al più di essere licenziato senza perdere un euro del contratto in scadenza a luglio, magari guadagnandoci pure qualcosa in più come buonuscita…
Lo scandalo di “Calciopoli”, in tal senso, offre ampie dimostrzioni di come l’unica ricetta conosciuta è che si lasci passare il tempo, che l’oblio copra il marciume più nefasto e che tutto cambi affinché nulla cambi… L’Italia, e non solo a livello calciastico, è una nazione a pezzi, incapace di svecchiarsi e destarsi da un torpore che sta ingrigendo ogni meandro della vita quotidiana. Un Paese che si vanta di essere tra i primi in Europa ma che è incapace di garantire standard di vita dignitosi alla maggior parte dei cittadini.
Può allora la più alta espressione di un squadra di calcio, sport d’elezione in Italia, non essere lo specchio di un intero Stato sempre più involuto e rassegnato ad un destino di decadenza? Chi non vive il calcio con la stessa passione di milioni di tifosi non capisce il perché faccia tanto scalpore la mancata qualificazione degli Azzurri. Paragoni che possono apparire azzardati, parallelismi forzati ed estrema esasperazione di un non-risultato sportivo. Invece, proprio perché il calcio in Italia è motivo di accese dispute, esorbitanti giri di denaro e scontro tra lobby di potere può essere considerato una cartina di tornasole di come non funzioni più nulla in questo Paese.