LECCE (di Eleonora Potenza e Lorenza Suriano)* – La data dell’11 settembre è ormai per qualsiasi persona indissolubilmente legato all’attentato delle Torri Gemelle a New York, in cui tre aerei di linea dirottati dai terroristi di Al Qaeda , dietro la regia di Osama Bin Laden, si schiantarono contro le Twin Towers del World Trade Center ed il Pentagono, causando 2997 morti e 6400 feriti, mentre un ulteriore attacco diretto alla Casa Bianca non andò a buon fine, grazie all’eroismo dei passeggeri che impedirono ai dirottatori di portare a termine il piano criminale.
Quest’evento ha segnato in maniera profonda la vita del mondo occidentale ed anche i più giovani, che non hanno memoria diretta di quel giorno, ne hanno comunque subito le conseguenze. L’impatto emotivo non è stato solo immediato: si è giunti all’introduzione di nuove misure di sicurezza, con aeroporti e metropolitane blindate, maggiori controlli e l’implemento di test come quello per la polvere da sparo cui ancora oggi siamo sottoposti. Quanto successo, inoltre, non ha avuto solo effetti tangibili, ma ha anche psicologici, contribuendo ad aumentare la paura e i pregiudizi nelle persone. L’azione dei terroristi infatti non si è limitata a quanto successo negli Stati Uniti, ma ha poi colpito anche numerose città europee e non solo: dagli attacchi di Madrid e Londra nei primi anni Duemila, a quelli più recenti di Bruxelles, Parigi, Berlino e Barcellona, creando un clima di insicurezza e tensione in tutte le occasioni in cui si organizzino manifestazioni che richiamano migliaia di persone a tutte le latitudini.
Le nuove generazioni hanno avuto la possibilità di prendere coscienza dell’accaduto anche grazie a film, libri e documentari come “Fahrenheit 9/11” del regista statunitense Michael Moore, vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2004, e risultano molto sensibili ed informati sull’argomento, di cui continuano a sentire parlare da chi lo ha vissuto, anche se solo da lontano. La speranza è che proprio questa sensibilità e la consapevolezza della crudeltà e della violenza di quell’attentato possano portare la società del futuro a non ripetere gli errori del passato.