PERUGIA (di Luca Manna) – Perdere una partita che sembrava già vinta, subendo 3 goal in 15 minuti non fa piacere a nessuno. Il vero tifoso, quello che ama la propria squadra a prescindere da tutto e tutti, difficilmente fa differenze fra categorie o competizioni e vorrebbe vedere la propria maglia trionfare sempre, anche nella più difficile delle amichevoli. È naturale pertanto che l’esito finale della partita di Pordenone sia un boccone molto amaro che ancora non scende giù, nonostante la Coppa Italia non sia ovviamente un obiettivo stagionale e nonostante il risultato sia stato condizionato da molti fattori.
Sarebbe bene però che non si verificasse (invece pare essere una prassi ogni volta che le cose non vanno come tutti vorremmo) quella sorta di “condanna a morte” del nostro Lecce da parte di una fetta di tifoseria che sembra aver trovato sui social e nei colori giallorossi la valvola di sfogo di altre frustrazioni. Sarebbe opportuno, e non è la prima volta che lo ripetiamo, ricordare che, se si è deciso di tifare Lecce, si è deciso di sostenere una squadra che non è il Real Madrid e che, purtroppo o per fortuna, non potrà sempre vincere o ottenere risultati trionfali.
Il 15 agosto non sembra la data ideale per sparare sentenze o esprimere disappunto verso un gruppo che è chiamato a giocare un campionato di vertice e, seppur essendo comprensibile l’amarezza per la sconfitta e la paura per come sia pervenuta, bisognerebbe fare il possibile per creare condizioni “favorevoli” a tutto l’ambiente smettendo di cercare il solito pretesto per scatenare schermaglie fra tifosi in nome di qualsiasi fantastica teoria che vorrebbe la società giallorossa come non interessata al tornare in Serie B…
Non toccate questo Lecce perché è evidente a chiunque che è stato costruito per vincere, con intelligenza e giudizio e con l’ennesimo sforzo economico importante nonostante non vi siano sceicchi o petrolieri alla guida della società; non toccate questo mister perché è uomo di calcio importante, allenatore competente e bravo, uomo di questa terra e bandiera vera per il Lecce e tutto il Salento e merita l’opportunità di lavorare in serenità per mettere a frutto il certosino lavoro compiuto in ritiro; non toccate questo gruppo perché per due partite e mezza di coppa ha dimostrato di avere voglia e potenzialità per battere chiunque e non saranno 15 minuti pazzi a cancellare la speranza di una stagione come ciascuno desidera.
In particolare, non toccate il nostro vicecapitano Ciccio Cosenza, perché una scelta di posizione sbagliata o l’errore su un goal subito non possono cancellare quanto di buono ha fatto con la nostra maglia addosso e l’amore dimostrato in questi anni giallorossi; non toccate inoltre il capitano Checco Lepore. È stucchevole leggere commenti e anche articoli giornalistici che ancora mettono in dubbio o in discussione la sua presenza in campo o addirittura permanenza in maglia giallorossa. Lepore da quando è tornato ha accettato senza fiatare cambi di ruolo in continuazione, anche a partita in corso, dimostrando sempre massimo impegno; può piacere o no, ma fino a quando dimostrerà amore, impegno, umiltà ed abnegazione non sarà compito dei tifosi decidere se stia meglio in campo o in panchina, ma solo di chi è chiamato a decidere ogni settimana per il bene del Lecce sul campo per raggiungere insieme la gloria, cioè Roberto Rizzo.
Ricordiamolo un’ultima volta: è calcio d’agosto ed il compito di noi tifosi dovrebbe essere quello di sostenere e caricare la squadra, magari abbonandoci e riempiendo il “Via del Mare” da subito; pertanto ben vengano osservazioni a fin di bene, ma nessuno si permetta oggi di toccare questo Lecce.