lecce-andria-1LECCE (di Gavino Coradduzza) – Il derby Lecce-Andria è partita il cui risultato non può produrre effetto alcuno ai fini della classifica che oramai è definitiva, ma è anche una partita che deve fornire ulteriori ed importanti indicazioni in chiave play-off al tecnico giallorosso Roberto Rizzo. Andiamo al sodo, alla partita: Marco Mancosu, recupero importantissimo, non è tipo che fa distinzione tra un tipo dipartita e l’altra; per lui non esistono partite amichevoli o partite insignificanti: per lui esistono le partite, punto! Caratterialmente lui è scolpito così, cioè incapace di non “darci dentro” a prescindere… Ma non è l’unico: quasi tutti i ragazzi mandati in campo da Rizzo sembrano animati da serie intenzioni di “collocazione” tra i titolari del girone finale. Ma gli ospiti, lo si capisce dalle prime battute di gioco, non stanno a guardare: giocano quando c’è da giocare e menano quando c’è da menare, senza fare troppi complimenti…

A dettare i temi di gioco, ad imprimere improvvise e devastanti accelerazioni, ad asfissiare i portatori di palla della Fidelis è sempre Marco Mancosu, ritornato, come direbbe il poeta “più bello e più bravo che pria”. Stenta a carburare Andrea Arrigoni, mentre Ciccio Cosenza, secondo costume consolidato, non concede confidenza a nessun avversario. Dunque, tutto a posto?  Non del tutto, se si tiene conto che il primo vero tiro in porta giunge al minuto 31. Ed è, manco a dirlo, di Mancosu; è il gol del vantaggio costruito con una poderosa accelerazione sulla trequarti e sciabolata a fil di palo. Si giunge così all’intervallo con il seguente punteggio: Mancosu uno, Andria zero; e non è una battuta…

lecce-andria-3Roberto Rizzo può certamente contare sulle qualità individuali dei suoi uomini migliori, ma sul piano della manovra collettiva, della partecipazione corale c’è ancora parecchi da sgrossare e sfrondare. Torromino e Caturano, ancora abbastanza ondivaghi, ma certamente animati dalle migliori intenzioni, stanno rispolverando le loro pregevoli qualità, le loro spesso geniali intuizioni, mentre da Costa Ferreira aspettiamo segnali di risveglio ancora labili. La posizione assegnata a Lepore (schierato esterno di destra nel pacchetto difensivo) lo costringe al controllo più che alla impostazione del gioco rispetto al quale risulta spesso periferico; ma di Lepore si sa tutto; lui non è un problema! Considerazioni, queste, che a pieno titolo rientrano nel “progetto Rizzo“: osservare, verificare, scegliere!

lecce-andria-2Ritornando alla partita, c’è da rilevare la crescita di un certo nervosismo (cartellini gialli) tra i padroni di casa; ed anche il gol del pareggio incassato al 21° della ripresa è un capitolo da rivedere con molta attenzione: a svettare di testa in un’area affollatissima è il difensore Tartaglia, ma a tartagliare, nell’occasione, è la difesa giallorossa… Incassato il gol, il Lecce si scompone (Mancosu è appena uscito, sostituto da Maimone); sbiascica calcio, risponde alle provocazioni, si lascia coinvolgere, perde la misura e le distanze, si fa imbrigliare da un avversario che probabilmente fiuta il risultato pieno… Anche sotto questo profilo c’è lavoro per mister Rizzo: occorre comprendere e rimuovere le cause di questa strana ed improvvisa involuzione che si impossessa della squadra e della sua lucidità appena qualcosa non gira nel verso giusto o nel verso desiderato… Non è dunque il risultato di parità a sollecitare diagnosi e terapie, ma la volubilità caratteriale della squadra giallorossa. L’Andria conclude la sua gara in inferiorità numerica perdendo Cianci per espulsione, ma il Lecce, pur creando un paio di clamorose premesse per recuperare il vantaggio, non ha più la tempra e la lucidità per concretizzare; ma anche l’Andria, pur in inferiorità numerica, crea più di un grattacapo in area leccese.

Ora ci sono due settimane ancora di attesa prima dei play-off; due settimane a disposizione di Rizzo per raddrizzare quelle cose che proprio dritte non vanno…

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