p1020090LECCE (di Gavino Coradduzza) – Lasciamo stare il risultato finale; quello non contava e non conta proprio. Partita inutile domenica scorsa? Per qualcuno forse sì, ma non per tutti; a lavorare sulle risultanze (non sul risultato, si badi bene…) del confronto tra Paganese e Lecce è stato Roberto Rizzo con il suo staff tecnico. È loro il compito di trarre indicazioni, di valutare il materiale (giocatori) messo a loro disposizione nella prospettiva dei prossimi play-off. Rizzo non dispone, in verità, di molto tempo e di molte occasioni per preparare (nel senso di recuperare, ovviamente) la squadra a quella delicatissima fase finale. È ovvio che vorrà capire chi, tra i suoi ragazzi, ha la caratura da spareggi-promozione e chi, invece, sarà rincalzo.

mancosu-e-doumbia-abbraccioTra le assenze per motivi diversi e le scelte del tecnico, sono andate in campo parecchie novità: rientrava il perno indiscusso della squadra, ossia Marco Mancosu; prima punta è quel perennemente sbattacchiato in avanscoperta, Michele Marconi accompagnato da Pacilli e Doumbia; Lepore è tornato al ruolo di esterno di difesa con licenza di fare il “pendolo”. A fine gara, Rizzo controllerà la sua agenda e la troverà ricca di spunti: alcuni buoni, altri meno, altri… da incazzarsi! Non gli sarà sfuggito, per esempio, l’atteggiamento di sufficienza dell’intero pacchetto difensivo in occasione del buon calcio di punizione dal limite che ha permesso all’ottimo Firenze di portare in vantaggio la squadra campana. Nè gli sarà sfuggito che, soltanto un paio di minuti più avanti, lo stesso numero 10 campano stava per ripetersi in fotocopia. Rizzo avrà notato anche la molto disinvolta vocazione di qualche giallorosso ad inseguire cartellini di vario colore per mezzo di falli tanto inutili quanto cattivelli.
paganese-lecce-stemmiLa Paganese sarà stata anche bravina, fantasiosa in attacco, talvolta spumeggiante a centrocampo, ma era sempre e soltanto la Paganese, se non fosse che il Lecce indulgeva nel lasciarsi andare ad atteggiamenti di marcatura “per corrispondenza” o “via mail”. Anche l’ultima della classe farebbe la sua discreta figura… Vogliamo parlare di Drudi? Vogliamo chiedergli (lo faccia Roberto, molto opportunamente) cosa gli ottenebrava la mente per fargli conquistare due cartellini gialli ed il relativo rosso con due interventi inutili: cattivello il primo, ingenuo il secondo? I tentativi dalla lunghissima distanza o da posizione defilata di Costa Ferreira e Lepore sono poi sembrati eccessivamente velleitari: colpi a salve, si direbbe, su cui la difesa dei campani non può far altro che “spallucce”…
p1020099Di che pasta è fatto, dunque, questo Lecce targato Rizzo? Presto per dirlo, anche perchè giocando quasi 3/4 di gara in inferiorità numerica non è così semplice mostrare i denti e men che mai azzannare! Però si è vista una certa vocazione a verticalizzare di più rispetto al recente passato; maggiore rapidità nello smistare palla, anche se, sul piano del carattere, (anche se si era in dieci contro undici), del piglio guerriero e della personalità in campo, il lavoro è ancora da completare… Il rientro di Mancosu ha giovato allo stesso giocatore (da troppo tempo assente) ed alla squadra. Roberto Rizzo lo sa molto bene: intorno al miglior Mancosu va edificata la formazione che sappia dire la sua nei venturi play-off. Tra le cose buone, bisogna ricordarlo, il gol del pareggio firmato da Doumbia che, di destro millimetrico, ha spolverato il sette della porta di Liverani, ottimizzando un indecente svarione, un liscio, della difesa azzurrostellata. Non resta dunque che augurare “buon lavoro” a mister Rizzo e chiedergli di costruire un gruppo che, agli spareggi, sappia imporre le proprie qualità…
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