LECCE (di Gavino Coradduzza) – Qualcosa, a parte i complimenti al Foggia meritatamente approdato alla Serie “B”, si dovrà pur dire sulla partita tra Lecce e Messina; si può discutere di tante cose (gli argomenti abbondano) ma della partita in senso stretto, c’è molto poco da dire per… carenza di espressione calcistica in sensolato e per penuria di… motivazioni per l’una e per l’altra squadra. Ne ha pochissime il Messina degli applauditissimi Lucarelli e Conticchio (che bel ritorno il loro), non ne ha il Lecce con il secondo posto (traguardo di prestigio, ci dicono ora…) assicurato.
In panchina c’è Di Corcia perchè, ben protetto da fogli di carta che lo sottraggono alla vista dei tifosi ancora inviperiti, Padalino è ai piani alti della tribuna: da guadagnare non c’è più niente, almeno per ora… Qualcuno potrebbe chiamare in causa la “formazione di emergenza” cui è costretto il tecnico: Mancosu e Giosa infortunati, Fiordilino e Cosenza squalificati. Ma l’argomento serve a poco perchè parlare di emergenza con il sontuoso organico di cui dispone il tecnico foggiano, sa molto di eresia calcistica; suvvia, si trovino altre spiegazioni al poco o niente prodotto dai giallorossi locali! Mi dilungo intorno a queste annotazioni perchè dal rettangolo di gioco non arriva niente che non rassomigli al trito e ritrito “tichete-tachete” ed anche peggio. Non ci vorrebbe molto per scaldare il cuore dei veramente pochi, fedeli, spettatori, ma non si riesce ad innescare neanche quel poco…
La prima frazione di gioco va in archivio senza aver offerto alcun argomento di rimpianto. Mi fanno però notare che al 42° il portiere dello Stretto (Berardi) ha fatto un intervento di ottimo livello; certo che sì: è il suo mestiere, è pagato per questo! Inizia il secondo tempo e qualcuno mi suggerisce di scrivere (lo faccio immediatamente) che assisteremo ad un altro tipo di partita; ne prendo atto e aspetto… A dire il vero, qualche guizzo torcibudella si vede; come all’ottavo minuto, quando il palo non concede il gol a Marconi che pare forse il più disponibile a rischiare caviglie ed altro pur di nobilitare (nobilitare?) l’incontro. Il dato ufficiale della società parla di 10.368 presenze sugli spalti, ma occorre davvero molto ottimismo o molta miopia per ritenere che i 9.242 abbonati siano presenti…
Caturano per Pacilli è la prima mossa di Padalino sempre appostato oltre la vetrata protetta da sguardi indiscreti con molti fogli di carta; una pratica molto in voga anni fa (ma a fini ben diversi e di gran lunga più piacevoli…) per occultare l’interno delle auto, a Napoli e non solo, come sulla collina di Posillipo… Vi racconto anche, ne ho l’obbligo contrattuale, il minuto 21 che è quello scelto da Anastasi per incenerire la difesa di casa e consegnare il vantaggio alla squadra di Lucarelli; ma devo raccontarvi anche di Agostinone che inanella una topica dietro l’altra, falli a ripetizione, forse alla ricerca di un cartellino rosso, visto che Padalino si ostina nel tenerlo in campo… Non resta dunque che augurarsi che questa partita sia stata disputata e sia stata interpretata in chiave play-off; cioè come partita di allenamento e preparazione a quella delicata fase; se così non fosse, non sarebbe affatto esagerato sostenere che questo Lecce continua a manifestare una carenza di temi di gioco, di condizione complessiva e di carattere e personalità, davvero sconcertanti!
C’è da aggiungere, lo faccio con un sorriso ironico, che al minuto 94, cioè ad un minuto dal fischio finale, anche Perucchini (portiere) si spinge in area avversaria: una mossa che sa tanto di pezza a colore se non di presa in giro. Che si voleva dimostrare? Che l’eventuale gol del pareggio avrebbe redento… il campionato? Ma per favore! Una mossa a dir poco fuori luogo per la sua inutilità. Però ci salutiamo con una nota piacevole e bella: riguarda Cristiano Lucarelli acclamato a gran voce, anche a fine partita, non soltanto dalla storica Curva Nord, ma dall’intero stadio; un applauso lungo ed affettuoso che lo ha accompagnato, insieme alla sua evidente commozione, fino al tunnel degli spogliatoi, e con Cristiano, anche Alessandro “il sindaco” Conticchio! Cinque minuti di intensa commozione, per tutti; ve lo garantisco…