LECCE (di Luca Manna) – Molti conosceranno il famoso “paradosso del mentitore”. Per chi invece non ne fosse a conoscenza basta fare qualche veloce ricerca per scoprire che, in logica, è descritto come una proposizione autonegante del tipo “questa frase è falsa” e che nessuno riuscirà mai a dimostrare se la stessa sia vera o meno. Difatti, se fosse vera allora la frase non sarebbe veramente falsa, mentre se fosse falsa allora il contenuto della stessa si capovolgerebbe, nonostante si sia affermato il contrario. Insomma, scervellatevi un pochino e vedrete che questo paradosso, risalente probabilmente al VI secolo a.C., non ha una soluzione.
Ma cosa c’entra tutto questo con la rubrica Il Lecce visto da Lontano e con i colori giallorossi? Pur non essendo sotto effetto di sostanze stupefacenti o alcoliche, vi assicuro che da domenica scorsa, quando penso al nostro Lecce, non faccio altro che associarlo a quel paradosso; in particolare sostituisco la oramai famosa frase con un’altra molto in voga in questo periodo che è “Padalino Vattene”. Diciamolo pure: è la frase del momento ed anche un po’ la moda di chi usa il Lecce per qualche “like” in più su facebook. L’abbiamo usata quasi tutti in un modo o nell’altro: l’hanno fatto gli Ultrà Lecce in maniera decisa e ribadendo le loro ragioni, ma senza far mancare il sostegno alla squadra per non perdere di vista quello che è poi il reale obiettivo; l’hanno fatto i semplici tifosi, forse anche abusandone; l’hanno usata pure giornalisti ed opinionisti, alcuni per dovere di cronaca, altri perché realmente convinti che questa sia una soluzione, se non la soluzione. Personalmente, invece, continuo a vivere un “dramma interiore” (da tifoso, è ovvio) ogni qualvolta ci ripensi o legga quella frase, proprio in virtù del paradosso che la stessa porta “dentro” di sé…
“Padalino vattene” potrebbe essere la soluzione giusta, quella che ci porta in Serie B; l’ambiente si ricompatta, spariscono i musi lunghi sugli spalti, finiscono gli slogan sui social network (e anche le pesantissime e ripetitive rotture di scatole, le cose si possono scrivere anche una volta sola…) e si ricomincia a sostenere il Lecce al 100%. Poi, magari, si prende un allenatore bravo e di esperienza e si prova a rimontare il Foggia e male che vada si affrontano i play-off con entusiasmo e unità di intenti, i giocatori non avrebbero più l’alibi di un ambiente ostile in determinati frangenti e vivremmo tutti felici e contenti con un nuovo “principe giallorosso” da amare ed esaltare.
Ma “Padalino vattene” potrebbe anche essere la soluzione sbagliata, quella che fa sprofondare una nave che è ancora veleggia con certe speranze. Lo spogliatoio potrebbe spaccarsi, anche alla luce dei gesti visti in campo domenica col Fondi e che dimostrano che il gruppo è tutto col mister foggiano; dovremmo accontentarci di ciò che il mercato offre in questo momento e magari ritrovarci con un allenatore né bravo, né bello che potrebbe giustificare un fallimento col fatto che ha preso una barca pronta ad affondare e che non aveva neanche allestito lui; i giocatori avrebbero poi il classico alibi del cambio di allenatore che ha creato scompensi e disordine, impedendo loro di lavorare in continuità e con la giusta tranquillità e la piazza poi (una buona parte), come siamo oramai abituati, al primo stop inizierebbe subito a criticare aspramente, sacrificando sui social network, la vittima di turno, in base alla “moda del momento”.
Insomma, non riesco a risolvere questo “paradosso di Padalino“. Sono d’accordo con chiunque mi dica che a Foggia il mister ha sbagliato prima, durante e, soprattutto, dopo la partita e che determinati atteggiamenti non sono accettabili. Sono concorde pure con chi ha trovato la conferenza stampa dello stesso per certi versi imbarazzante, perché alla sempre bella spontaneità e sincerità, si è preferito recitare (e male…) un copione scritto come per una recita di alunni delle scuole elementari.
Sono d’accordo però anche con chi dice che, a 7 giornate dalla fine e con obiettivi ancora vivi ed alla portata, mandare via un mister potrebbe essere la classica zappa sui piedi e che, con la squadra dalla sua parte, nessuna persona sia più adatta di Padalino per provare a vincere il campionato o, alla peggio, i play-off. Concordo inoltre con chi crede che in fondo sono 5 anni che non avevamo questa continuità di risultati e che diverse volte il Lecce ha anche espresso un calcio piacevole e poi, aggiungo, bisogna anche dare fiducia alla società che ha ritenuto che questa fosse la soluzione migliore per il Lecce, se non altro per la passione e l’amore che ci hanno dimostrato finora.
Insomma, vivo con questo tormento da una settimana e sinceramente non trovo né risposte, né soluzioni. E allora mi rassegno a vivere sfogliando una margherita, ed al posto di chiedermi “m’ama o non m’ama?”, mi domando: “Padalino vattene sì o Padalino vattene no?” Nel frattempo una decisione l’ho presa… continuo a tifare Lecce, a credere alla serie B ed a sostenere la mia maglia perché, a prescindere da chi la indossa o da chi la guida dalla panchina, è lei che merita il mio amore ed è lei che vorrei vedere trionfare e vincere!
Non mi risulta chiaro l’obiettivo che tu indichi “alla portata”. Quale?