img_0603LECCE (di Pierpaolo Sergio) – In Lega Pro, dopo 25 giornate, il campionato sta entrando in una fase decisiva. Il Lecce, anche con l’aiuto di alcuni salentini doc quali Ciullo, Trinchera e De Giorgi, è stato capace di riprendersi il primo posto solitario in classifica e staccare le dirette concorrenti nella lotta per la promozione diretta in Serie B grazie al successo sia pure un po’ fortunoso sul Siracusa (2-1) ed ai risultati a sorpresa di un Matera alla seconda sconfitta consecutiva (la prima in casa), per mano della Virtus Francavilla (2-3), del Foggia che è stato battuto nel derby allo “Iacovone” di Taranto e della Juve Stabia che pare in affanno e non è andata oltre il pari interno col Fondi (1-1). Risultati chiaramente pro-Lecce, che consegnano alla formazione di mister Pasquale Padalino la possibilità di rendersi l’esclusiva protagonista del proprio destino da qui alla fine del torneo.

lecce-reggina-1-0-squadreNel prossimo turno, infatti, con i giallorossi impegnati allo stadio “Granillo” con la Reggina, ci sarà lo scontro diretto Foggia-Matera che, per ovvie ragioni, impedirà alle due inseguitrici di fare entrambe bottino pieno. Starà a Lepore e compagni tornare magari da Reggio Calabria con un risultato utile a mettere ancor più distacco tra sé e chi è costretto a pedalare in salita per riacciuffare i salentini. Nelle scorse stagioni era toccato proprio al Lecce recitare spesso il ruolo dell’inseguitrice. Per esperienza diretta, abbiamo visto come, alla lunga, l’essere costretti a non sbagliare mai un colpo e rincorrere chi guida la classifica logora tanto la mente, quanto il fisico, facendo poi arrivare annebbiati e con le gambe pesanti in caso di disputa dei play-off.

Padalino panchinaA minare questa favorevole situazione esiste però l’anomalo scollamento tra parte della tifoseria giallorossa ed il tecnico che è alla guida dei salentini. La società, attraverso il presidente onorario Sticchi Damiani, il vicepresidente Liguori e l’amministratore delegato Adamo, passando dal direttore sportivo Meluso, ha fatto continui appelli all’unità di tutte le componenti per centrare l’obiettivo che si fallisce da quattro stagioni e che, stavolta, sembra davvero essere a portata di mano. La “sindrome di Tafazzi” potrebbe, insomma, materializzarsi quale avversario più temibile sulla strada che porta alla tanto agognata Cadetteria. Capire allora che soltanto remando tutti, indistintamente, nella stessa direzione si fa il bene del Lecce e si può ambire a fuggire da questa categoria che sta sempre più stretta all’intero ambiente.

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