catanzaro-lecce-gol-doumbiaLECCE (di Luca Manna) – Non era per nulla facile e neanche così scontato scendere in campo sapendo che due delle tre rivali per la promozione avessero vinto e si fossero “accomodate” davanti al Lecce in classifica. Poteva essere un fardello pesante da portare nei 90 minuti di Catanzaro, contro un avversario con l’acqua alla gola ed in piena lotta salvezza, che sicuramente punta sul fattore casalingo per provare a raggiungere un obiettivo difficile ed importante quale la salvezza diretta. I giallorossi, invece, hanno compiuto una vera impresa, una di quelle che mettono in pratica solo le grandi squadre, quelle che hanno valori tecnici importanti e caratteriali ancor di più. Nonostante il peggior primo tempo della stagione, con almeno tre elementi veramente sottotono, la squadra di Padalino ha saputo giocare una ripresa di grandissima intensità, magari non spettacolare, ma spavalda, cinica, chiudendo il Catanzaro in un angolo per poi colpirlo e mandarlo KO nei momenti decisivi.

padalino-a-catanzaroFondamentali sono stati i cambi effettuati dal mister foggiano che hanno messo in risalto la sua grande capacità di leggere le partite in corso d’opera ed hanno evidenziato lo spessore della rosa costruita da Meluso. Non credo che in Lega Pro siano poi così tante le squadre che possano permettersi di inserire nella ripresa gente del calibro di Costa Ferreira, Lepore e Torromino, tirando fuori dal campo giocatori come Tsonev, Pacilli e Doumbia. Quest’ultimo, ci piace ribadirlo, è veramente un capolavoro di Padalino che ha saputo lavorare sulla testa del giocatore così bene da renderlo nuovamente quel calciatore che 2 anni fa aveva richieste da mezza serie B.

Grande impressione ha poi fatto l’esordio di Costa Ferreira. Il portoghese ha cambiato la partita prendendo il posto di uno Tsonev non in giornata e prendendosi subito la responsabilità di iniziare ed accompagnare la manovra offensiva, non nascondendosi mai, giocando semplice e non disdegnando a volte la “giocata” ad effetto. Sembra veramente che possa essere un valore aggiunto, uno di quei colpi che possono spostare gli equilibri. La sensazione è stata quella di ritrovare con la maglia giallorossa un giocatore simile al primo Giacomazzi, centrocampista totale che si faceva “sentire” anche per far male ai portieri avversari.

lepore-esulta-dopo-gol-al-catanzaroConcludiamo rendendo onore a colui che ha deciso la partita, pur partendo dalla panchina: capitan Checco Lepore. Lui la sua terra la conosce, conosce la sua gente, sa cosa vuole la sua Curva e riesce a capire alla perfezione quali siano i pregi ed i difetti di una tifoseria della quale lui è simbolo sul campo. Non è facile assumersi determinate responsabilità, non è facile farsene carico quando sai di volere e potere dare tutto sul campo, ma per due settimane un compagno ti viene preferito; Lepore ha accettato la panchina, due volte consecutive, lo ha fatto in silenzio, è entrato in campo mettendosi al servizio della squadra e ha deciso il match, con un goal importante, di testa, come poche volte gli è capitato e subito dopo aver salutato i 23 “eroici” tifosi che erano presenti al ”Ceravolo”; poi è andato dal mister, lo ha abbracciato e ha mandato un segnale importante a tutto il gruppo: il Lecce viene prima di tutto, prima dei singoli, prima delle ambizioni personali, prima di qualsiasi altro pensiero che possa turbare l’ambiente. Un gesto da vero leader, da capitano che trascina, un gesto che ha reso il lunedì giallorosso un vero e proprio lunedì… da leoni!

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