MESSINA – Situazione incandescente a Messina dove la notizia dell’assoluzione (LEGGI QUI) nel caso fidejussione per partecipare al campionato di Lega Pro 2016/’17 è passata in secondo piano dopo il ko per 3-0 contro il Lecce, il secondo di fila con simile punteggio. Ma a far inviperire gli ultrà peloritani è stato soprattutto il rendimento in campo dell’attaccante Pozzebon, contestato durante l’allenamento post-gara fatto effettuare dal tecnico Cristiano Lucarelli. La punta dei siciliani pare in trattativa (tra l’altro pure ben avviata) per passare a gennaio ad un altro club, pare la Vibonese. Tuttavia, il mister in conferenza stampa, dopo aver analizzato la sconfitta contro la sua ex squadra, ha puntato il dito contro altre situazioni, in primis gli arbitraggi: “Continuamo ad avere direzioni di gara scadenti che condizionano la partita e ci saremmo un po’ rotti le palle… Ci vorrebbe più attenzione perché veniamo penalizzati ogni domenica. Non vorrei che qualcuno pensasse che siccome questo è solo lontano parente del Messina di 7-8 anni fa ci può mettere in difficoltà. C’è gente come il sottoscritto con 35 anni di calcio sulle spalle e certe cose non passano inosservate. Dopo Melfi ho detto che stavo zitto perché sennò mi squalificavano a vita, ma starò zitto ancora per poco: mi sono rotto le palle, la notte preparo la partita e ne ho le palle piene che tutto venga vanificato da certe direzioni arbitrali. Chi deve sentire senta e faccia più attenzione agli arbitri che vengono designati. Tutto questo, oltre i nostri limiti, sia chiaro. Col Fondi espulsione e rigore inesistenti, a Melfi gol loro in fuorigioco di sei metri e annullato per un centimetro a noi, con due espulsioni che hanno condizionato anche oggi; stavolta rigore dopo venti minuti, quando non mi era dispiaciuta la squadra, né Milinkovic, ma poi ho dovuto mettere il 3-4-3 visto l’infortunio di Grifoni per non sprecare un cambio. È difficile venirlo a raccontare ora perché il 3-0 vanifica tutto, ma bisogna dire le cose come stanno senza paura di ritorsioni. Se abbiamo preso fischi e insulti non possiamo meravigliarci, è normale che i tifosi siano arrabbiati. Riconosciamo qualche nostro limite, ma a volte diamo la sensazione di non metterci l’anima in campo; beh, io dico che non è così, perché in quel caso mi incazzerei io; la squadra mentalmente è precaria e va in bambola alla prima difficoltà. Comunque – continua il tecnico dei siciliani – non ricordo molte occasioni neanche del Lecce, una squadra che è venuta qui con sette assenze ma che è forte e noi non abbiamo comunque le sue fortune in questo momento”.
Lucarelli guarda poi avanti: “Dobbiamo trovare soluzioni ed è difficile anche per me; arrivo a casa e penso se senza l’errore dell’arbitro poteva andare diversamente. Senza alibi saprei dove intervenire, ma nelle ultime sei domeniche ci sono stati errori evidenti e per onestà intellettuale bisogna dire che hanno pesato. Uno per non prendere rigore sul tiro da tre metri deve avere la poliomielite perché non puoi togliere la mano lì. Ho visto tanti interventi da dietro senza neanche un cartellino, mi piacerebbe una squadra che sbarella perché così potrei risolvere e appenderne un paio al muro, ma così sono partite drogate. È facile sparare sulla Croce Rossa, ma i ragazzi sono fragili in questo momento”.